95047.it Terrorizzarli con la nostra normalità. Terrorizzare i terroristi continuando a fare ciò che facciamo ogni giorno. Perché il loro obiettivo non è uccidere: ma mettere paura. Lo shock d’oltralpe è lo scombussolamento di tutti noi: non contano le distanze. Perché è come se quell’orrore fosse avvenuto dentro le mura di casa nostra. Perché quelle vittime, quei feriti, quei volti scavati dal terrore e da un senso di vulnerabilità mai provato prima, siamo noi. Le nostre emozioni, la nostra mente, tutte le nostre paure sono lì, in quella Parigi dove tutti o quasi sono stati almeno una volta nella vita. Ci siamo detti tutti parigini. Abbiamo colorato del tricolore francese le nostre bacheche di Facebook. Abbiamo sfogato la nostra rabbia genuina e affranta scrivendo ciò che pensavamo. Segno che quello che è accaduto ce lo sentiamo dentro: “Come se quell’orrore fosse avvenuto in casa nostra”, per l’appunto. In una parola: venerdì sera ognuno di noi era bersaglio degli assassini. Che vivesse a Parigi, New York o Paternò. E, allora, cosa può fare un cittadino normale che è un puntino nel mondo di fronte ad una barbarie che va contrastata in modo spietato e senza tentennamenti? Cosa deve fare un cittadino normale per non farsi scippare del diritto di vivere? Del diritto di ballare, di andare a un concerto, di gioire a una partita, di volare in aereo, di bere, di fumare, di mescolarsi tra la gente, di sedursi e amarsi magari al tavolo di un locale? E, allora, cosa fare?
Quali che siano le epoche storiche o le latitudini del globo, il terrorismo scommette sempre sulla paura. Ecco, quello che probabilmente va fatto è impaurirli continuando a fare quello che facciamo ogni giorno: vogliono soffocare le nostre vite e noi dobbiamo continuare a vivere. Siamo tutti bersaglio: e, allora, segnaliamo qualsiasi comportamento che crediamo sospetto e ogni situazione ambigua. Teniamo gli occhi aperti e le orecchie dritte: siamo l’intelligence di noi stessi. Ma continuiamo a fare ciò che facevamo. Da normali e semplici cittadini non siamo certo all’interno delle stanze dei bottoni dove i governanti prendono le decisioni sulle sorti del mondo: su questo punto noi non possiamo niente. Ma la nostra influenza sul pretendere e indirizzare col nostro voto e il nostro impegno ad una politica più attenta, questo possiamo farlo. Esigere che l’Unione europea (e dunque gli Stati, Italia compresa) la smetta di essere solo una enorme banca legata agli interessi economici, ai tagli e a mettere in ginocchio le nuove generazioni: l’Ue dev’essere tutt’altro a partire proprio dalla politica estera e non scendiamo nel merito delle posizioni di chi parla di interventi armati o di agire solo con la diplomazia.
Ci troviamo già ad affrontare chi nega la nostra libertà di vivere. Facciamo volentieri a meno di combattere un’altra guerra verso chi tenta di negare il nostro futuro.
Vivere tranquilli a casa nostra? Un miraggio, se non si adottano provvedimenti drastici, ovvero espulsione di massa della quasi totalità degli islamici che risiedono dalle nostre parti (regolari o irregolari che siano, singoli o interi nuclei familiari poco importa), e chiusura delle frontiere alla massiccia immigrazione islamica. I soliti fanatici immigrazionisti e buonisti di casa nostra direbbero come al solito “é logisticamente impossibile ed é una barbarie”: niente é impossibile quando esiste la.volontà di fare le cose, e non sarebbe una barbarie liberarsi di elementi che ci danno fastidio e non rispettano la nostra cultura e le nostre tradizioni.
Si dice sempre “non generalizziamo”, giusto per carità, ma se é vero che i terroristi rappresentano la minoranza dei musulmani, é altrettanto vero che tutti i musulmani seguono un unico corano, quello scritto da Maometto, che come tutti sappiamo prevede la guerra santa (due termini inconciliabili, ma non per l’islam), ovvero la guerra a tutti coloro che praticano altre fedi religiose (a partire da quella cristiana), i cosiddetti “infedeli”, da sottomettere e convertire. Signori miei, la guerra santa contro noi occidentali, é in atto, parliamoci chiaro, proprio attraverso azioni come quella di venerdì scorso a Parigi, e solo un cieco può non accorgersene.
I fatti di Parigi sono una conseguenza della suicida e autolesionistica politica delle porte spalancate all’immigrazione islamica, adottate dalla Francia e dagli altri paesi europei, tra cui pure il nostro. Quella islamica (assieme a quella africana subsahariana), é la peggiore delle immigrazioni, per la sua inassimilabilità e inadattabilità alla società occidentale, laica e libera, concetti estranei alla cultura islamica.
Certo, va però detta una cosa, se i maomettani non sono perfetti, non lo siamo nemmeno noi occidentali contemporanei, assolutamente alla frutta. Noi europei di oggi siamo assolutamente deboli sul piano etico, morale, spirituale e culturale, ci stiamo uccidendo da soli con tutto questo libertinismo e nichilismo di stampo sessantottino, ed é per questo che siamo (io no ovviamente) così aperti all’immigrazione, perché siamo diventati un pugno di invertebrati, e loro, gli islamici ci vedono (giustamente) così, e di questo nostro declino, se ne stanno approfittando.
Cerchiamo di recuperare i valori e le usanze (buttati nella spazzatura) che i nostri avi ci hanno trasmesso nel corso dei secoli, la nostra spiritualità, la nostra cristianità, l’orgoglio patriottico, che solo così potremmo salvarci da una morte annunciata. Ma la vedo molto dura, ho l’impressione che la nostra società é andata talmente alla deriva che invertire questa tendenza mi sembra difficile.