95047.it Le feroci schermaglie legate all’approvazione del Bilancio di previsione sono solo la parte conclusiva del malessere di una politica paternese in corto circuito ormai da anni. Ed anche questa esperienza amministrativa si appresta ad essere archiviata come l’ennesima occasione persa per la città. Non c’è più nulla da prendere. Il tempo è scaduto e la campagna elettorale, di fatto, già scattata.
Ma a questo punto, occorrerebbe anche fare uno sforzo in più: e sarebbe quello non tanto di far finta di provare a capire chi abbia torto e chi ragione (cadendo, così, nel tranello populista e personalistico della divisione in pseudo-buoni e pseudo-cattivi) bensì dei motivi che hanno portato allo sfacelo. Anche solo per evitare in appresso il ripetersi di situazioni a dir poco imbarazzanti. L’impressione (anzi, ben più di una impressione), e lo ribadiamo da tempo, è che l’assenza di programmazione sia stata la pietra tombale sui buoni propositi; lo tsunami che ha finito col travolgere tutto e tutti. Un “andare avanti alla giornata” che, oggi, presenta il suo conto salatissimo.
Nel mezzo, ci mettiamo anche una incomunicabilità tra le istituzioni (sindaco, amministratori e consiglieri) che forse mai, nell’epoca recente, era arrivato ad un punto così basso. Occorre meravigliarsi, allora, che nei giorni scorsi all’ex Palazzi Alessi siano volati ceffoni per questioni legate alla Fiera di Settembre? Occorre meravigliarsi che si riesca bruciare la possibilità di risparmiare 320 mila euro di interessi bancari in un anno (e 240 mila per i successivi venti)? Occorre meravigliarsi che il Pd, partito che era socio di maggioranza di questa amministrazione, si sia annientato da solo a furia di lotte intestine? Occorre meravigliarsi che si faccia parte di una maggioranza entrando o uscendo dalle porte girevoli della politica a seconda che si abbia un interesse personale da soddisfare o meno? Il bene della città non c’entra più. Ieri il Bilancio, alla fine, è passato: votata anche l’immediata esecutività. Niente rinegoziazione dei mutui, però. Con il grave danno economico che ne consegue. Una responsabilità gravissima dalla quale, attenzione, nessuno si senta escluso. Non vi sono vergini sull’altare del decadentismo.
“Era impensabile votare un Bilancio che aveva anche il parere negativo del Collegio dei Revisori dei conti – sbotta il consigliere di minoranza, Vito Rau -. Se in consiglio non vi erano i numeri per approvare il Bilancio, la colpa non è certamente dell’opposizione: la maggioranza, ormai, non esiste più. E se il sindaco non riesce a dialogare con i suoi stessi consiglieri la colpa non è nostra. La rinegoziazione dei mutui poteva essere fatta già a maggio ed, invece, l’amministrazione ha preferito arrivare fino all’ultimo giorno di novembre: è possibile lavorare in questo modo?. Questo non è un Bilancio della città ma solo di alcuni consiglieri vicini al sindaco: un Bilancio alla carlona e vedremo a cosa porterà”.
Da parte sua, il sindaco Mauro Mangano traccia il quadro della vicenda: “Abbiamo tentato di approfittare delle possibilità che la legge ci dava per riuscire a farci abbassare i tassi di interessi sui mutui: se il consiglio avesse votato in tempo il Bilancio ce l’avremmo fatta. Ora è tutto a rischio. Chiederò ufficialmente al governo che possa essere concessa una proroga: il bene collettivo viene prima di qualsiasi formalità. Insisteremo nei prossimi giorni. Perché non ne abbiamo parlato prima della rinegoziazione? Perché c’era, appunto, tutto un procedimento cartaceo e formale che richiedeva tempo. Lo strappo nel Pd? Io spero che i consiglieri si assumano la responsabilità delle cose che fanno o che non fanno. Noi stiamo cercando di portare questo Comune, senza rischiare il default, ad avere servizi ed investimenti adeguati: con questo Bilancio ce la facevamo ma chi ha ritenuto di non essere presente si assumerà la sua responsabilità. Mi aspetto che anche i consiglieri diano una giustificazione seria a quanto è accaduto”.
Perché non vi dimettete tutti maggioranza e opposizione,cons.Rau non cerchi di fare il puritano ,anche lei in tempi non sospetti e’ stato amico del Sindaco ,sopratutto in campagna elettorale quando non fece votare Naso facendo votare Mangano,adesso che “sbraida” ” “a fare ,si goda questi ultimi mesi di gettoni di presenza. assieme a tutti gli altri consiglieri