95047.it Nega ogni addebito. Ribadisce la propria innocenza. Conferma di avere incontrato Pedalino in piazza Purgatorio ma di averlo lasciato lì, sul posto, già qualche minuto più tardi. Giulio Arena, il docente 57enne accusato dell’omicidio del 66enne Natale Pedalino, resta in carcere ma ai giudici ha ribadito la sua versione: “Non sono stato io ad ammazzarlo”. Nella giornata di ieri è stato, intanto, condotto l’incidente probatorio. All’interno della villetta che si trova al confine tra Ragalna e Belpasso è avvenuto il sopralluogo: è Nicolò Polizzi della Polizia Scientifica di Palermo il perito incaricato di verificare se all’interno della casa vi siano tracce ematiche riconducibili alla vittima uccisa, lo scorso 20 dicembre, con oltre trenta coltellate e rinvenuta, poi, alla periferia di Paternò. Polizzi avrà 90 giorni di tempo a disposizione per completare il proprio lavoro e consegnare l’esito delle indagini. Le attenzioni principali si sono concentrate sulla lavanderia e sul fuoristrada di Arena.
Intanto, va detto che il Tribunale della Libertà ha accolto il ricorso presentato dalla difesa in relazione ai futili motivi: i magistrati hanno, in pratica, derubricato l’accusa da “omicidio aggravato” a “omicidio semplice”. Questo perchè non è ritenuta verosimile l’ipotesi che Pedalino possa essere stato ucciso per una “misera” compravendita di appena dieci litri d’olio d’oliva. La vittima era chiamata qualche volta nel corso dell’anno dal padre di Arena per una serie di lavori agricoli da svolgere nell’appezzamento di terreno della villa. In ogni caso, non resta che attendere l’esito della perizia: novanta giorni, dunque.
“Siamo in attesa degli esiti – spiegano i legali di Arena, Antonino Giuffrida e Salvatore Caruso -: restiamo in attesa e siamo fiduciosi. Vedremo”. Nella perizia sono stati inclusi anche i coltelli da collezione che si trovavano all’interno della casa: sono stati analizzati anch’essi.