PATERNO’. “Intendiamo potenziare il settore del lavoro e dell’ambiente: non ci fermeremo di certo qui”. Mette subito le cose in chiaro il procuratore capo della Repubblica, Giovanni Salvi nel corso della conferenza stampa che questa mattina, al Comando provinciale dei carabinieri di piazza Verga, convocata per fare il punto sulla sfilza di arresti, 9 persone in tutto, che all’alba di oggi ha visto smantellare a Paternò una organizzazione dedita al caporalato nelle campagne. Una operazione condotta dal comando provinciale dei carabinieri. Oggi presenti in conferenza stampa, oltre al procuratore Salvi anche il comandante provinciale dei carabinieri Colonnello Alessandro Casarsa, il capitano dei carabinieri Lorenzo Provenzano, il sostituto procuratore Alessandra Tasciotti.
I FATTI E GLI ARRESTATI. I soggetti arrestati sono due italiani, sei rumeni ed una ucraina accusati di associazione per delinquere finalizzata alle estorsioni. Si tratta di:
Rosario Di Perna classe ’56 e Calogero Di Perna classe ’86 (padre e figlio); Nicu Rata classe ’83 , Nelu Radu classe ’74 , Loredana Radu classe ’79 , Tetyana Mrozek classe ’59, Ilie Dima classe ’70.
Ci sono altri due indagati a piede libero. Le indagini sono scattate nel settembre 2013 e si sono concluse nel marzo dello scorso anno. La manodopera veniva reclutata in Romania ed in pullman veniva fatta arrivare in Sicilia. Una volta assoldati arrivavano a guadagnare anche 50 euro al giorno: ma i loro caporali pretendevano il pagamento del trasporto nelle campagne, della spesa e di altre faccende. Alla fine, per lavorare dall’alba alla sera il loro “guadagno” si limitava a malapena a 20/25 giornaliere.
“L’operazione ha preso le mosse da un articolato controllo del territorio concentrato nelle campagne circostanti il comune di Paternò – spiegano i carabinieri – e si è sviluppata attraverso l’acquisizione di numerose dichiarazioni di cittadini rumeni individuati nel corso dell’attività investigativa (41 vittime identificate) e la captazione di conversazioni intrattenute dagli indagati. Al termine dell’indagine, il quadro probatorio ha consentito di individuare i due imprenditori agricoli paternesi quali mandanti ed effettivi beneficiari del reclutamento della manodopera, compito del quale si occupavano i coindagati che, dopo averla convogliata in Sicilia, la gestivano in tutte le questioni afferenti al concreto espletamento delle mansioni lavorative: dall’accompagnamento sul posto di lavoro, al pagamento dei compensi per conto dei promotori, nonché per provvedere all’acquisto del loro vitto o per risolvere problemi connessi alle abitazioni da essi stessi occupate”.
STORIE DI DISPERAZIONE. E dietro il racconto freddo del blitz, vi sono anche storie atroci. Vivevano tutti perlopiù in container e strutture fatiscenti senza acqua e corrente elettrica. Spiega il Capitano Provenzano: “Le stufe erano ricavate da barili tagliati a metà con dentro del legname; perdipiù, tutto altamente pericoloso”. La quotidianità era fatta di intere famiglie ammassate in pochi metri quadri: tra loro, ovviamente, donne e bambini. E, tra le donne, c’era anche chi era mandata in strada a prostituirsi: ma su questo fronte, il Procuratore Capo ha spiegato che vi è un altro filone di indagine che sta seguendo il proprio corso.
L’INTERCETTAZIONE. I braccianti romeni hanno riferito ai carabinieri: “Alla fine siamo costretti a subire tali azioni criminali ed abitare in situazioni igienicamente pessime e quindi vivere come gli animali. In definitiva subiamo di vivere come gli schiavi per qualche spicciolo”, mentre ad uno degli indagati veniva captata la seguente conversazione:
“U.: …omissis… TU DOVE SEI?;
RATA NICU: IO STO ANDANDO A CASA;
U.: HAI LAVORATO?;
RATA NICU: OGGI NO;
U.: E TU NON TRAVAGGHI MAI!!..
RATA NICU: E IO MANDARE OPERAI…A TE CHE T’INTERESSA;
U.: MANNASTI?;
RATA NICU: AH?;
U.: CHE HAI MANDATO?;
RATA NICU: HO MANDATO OPERAI…CHE DEVO LAVORARE IO PER FORZA?;
U.: AH…TU FAI IL PADRONE?;
RATA NICU: CERTO;
U.: VA BENE…CI VEDIAMO PIU’ TARDI;
RATA NICU: VA BENE…CIAO”.