Questa Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico di C.M., di anni 28, indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia ed estorsione aggravata, commessi in danno dei genitori e della sorella, ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare in carcere eseguita dai Carabinieri della Stazione di San Giovanni La Punta.
Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno consentito di evidenziare come le vittime abbiano patito dal 2016 ad oggi una serie di atti vessatori che le hanno di fatto relegate ad una condizione di sottomissione psicofisica.
Il giovane, poco avvezzo a trovarsi una occupazione e schiavo della droga, tenendo un atteggiamento aggressivo, minaccioso e prevaricante nei confronti delle due donne, le minacciava con cadenza giornaliera promettendo loro del male fisico, distruggendo abitualmente gli arredi, al solo fine di costringerle a consegnargli delle somme di denaro utili all’acquisto della sostanze stupefacenti e al soddisfacimento delle proprie esigenze personali.
Minacce estese anche al padre, separato già da qualche anno dalla madre, costretto dalle testuali minacce <<ah, non me li dai? Ora ci penso io! Ora inizio a sfasciare tutte cose!>> a dargli giornalmente 60 euro.
Una escalation di violenza che lo ha visto anche colpire la madre con una calcio al ventre, nonché sputare nei piatti della stessa madre e della sorella, mentre erano sedute a tavola per pranzare, per poi gettarli in terra aprire il frigorifero e fare la medesima cosa con il cibo ivi contenuto.
Angosciate per questi continui maltrattamenti, provate anche per i danni causati all’abitazione, non riparabili per le scarse condizioni economiche (diranno ai carabinieri in sede di denuncia <<a malapena riusciamo ad acquistare il necessario per vivere>>) hanno trovato il coraggio di denunciare tutto, consentendo così agli investigatori di raffigurare un quadro probatorio a carico dell’indagato che non ha lasciato alcun dubbio al giudice il quale, concordando in toto con la richiesta della Procura, ha emesso la misura restrittiva.
L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.