95047.it Scuole, ospedale, uffici comunali ma anche abitazioni private: quanto è pronta la città di Paternò ad una eventuale (dio non voglia mai) calamità naturale? In che modo scatterebbero i soccorsi ed in che modo, oggi, si tenta a prevenire per limitare quelli che sarebbero danni non soltanto materiali? La questione è stata affrontata all’istituto “Gioacchino Russo” su input dell’ingegnere e responsabile della sicurezza delle scuole, Nanni Saccone. Un incontro assieme ai dirigenti scolastici della città. Ed, allora, la domanda: “Come stiamo messi?”.
“Rispondere non è semplice – spiega Saccone -. Anche perché è la situazione a non essere semplice. Oggi a Paternò una eventuale evacuazione, soprattutto nei punti centrali della città ad alta urbanizzazione, creerebbe una convergenza di più istituti e questo è un punto altamente critico.
Ma le criticità sono legate anche agli edifici privati molti dei quali appaiono con crepe: in caso di terremoti di media intensità, una eventuale evacuazione degli abitanti creerebbe delle difficoltà anche per le eventuali macerie che ci si ritroverebbe per strada”. A fine marzo, intanto, a Paternò vi sarà la più grande esercitazione di protezione civile mai effettuata in città: “Nel breve tempo, quello che può essere fatto è un’azione proprio come quella della prova d’evacuazione che effettueremo tra poco più di due mesi per capire quanto siamo preparati. Una cosa è, però, certa: occorrerebbe decentralizzare i punti strategici della città – che oggi si trovano al centro – verso la periferia per avere più spazi liberi e, dunque, strategicamente sicuri”
Una esercitazione che coinvolgerà i volontari paternesi ed una popolazione (soprattutto scolastica) di almeno 15 mila persone: “Sarà una evacuazione globale di tutte le scuole di Paternò per tastare se si conoscono bene i passaggi per una precisa evacuazione – dice Salvo Pappalardo, presidente dell’Anpas di Paternò -. Testeremo i luoghi dove dovrebbe esservi l’assembramento ed anche la viabilità per capire anche se i mezzi di soccorso sono capaci di arrivare laddove vi saranno casi di emergenza”.