95047.it In questi tempi di facebook, twitter, whatsapp e aggiungete voi il resto, è stata quasi una iniziativa da marziani. Perché le autostrade dei rapporti si sono interrotte. Perché non incontriamo più nessuno. E, allora, finisce che sovvertendo l’assuefazione al sonno inquieto di qualunque diavoleria tecnologia a portata di pollice, a Paternò è stato fatto davvero: rivedersi, generazioni intere, tra gli studenti del Liceo classico “Mario Rapisarda”. Ed è stata una calda sensazione di felicità.
Una serata, all’interno del Palazzo delle Arti, dove tutti i sogni sono rimasti intatti. Come quando si era adolescenti dietro i banchi e tra i suoni della campana che annunciavano l’arrivo dell’interrogazione dalla quale non potevi scappare. O il compito in classe che generava ansia. Ma anche dove si è diventati per sempre donne e uomini. Dove si sono saldati rapporti umani eterni nonostante la distanze e le assenze.
Quella di ieri è stata una reunion che non si è ridotta “solo” ad un momento nostalgico. Già. Perché una presenza di così tante persone ha scatenato una forza che viene difficile rendere, ma che ha contagiato come una scossa elettrica di segno benefico. Ieri sera c’erano tante storie riaffiorate di nuovo. Storie e aneddoti che non sono mai annegati nei corsi d’acqua della smemoratezza. I racconti su quello che accadeva in classe. Sulle feste, le gite e i primi fidanzamenti. E le foto. C’era un mondo dietro quelle foto.
Alessandra Cutuli, Mara Iurato, Grazia Caruso, Turi Mirenna, Giovanni Bellia e Luigi Campagna ne sono stati i promotori: i marziani più marziani degli altri. E che hanno dimostrato che ci sono ancora cuori capaci di stupire. Assieme a tutte quelle immagini che non ingialliranno mai. Immancabile, come ogni festa delle superiori che si rispetti, il momento della proclamazione delle Miss con la consegna delle fasce. Un momento divertente della serata successivo a quello più impegnato con il ricavato dell’iniziativa andato interamente in beneficienza alla Caritas vicariale: e presente c’era il suo responsabile, padre Nunzio Chirieleison.
Le note dei Samarcanda (davvero bravi) avevano aperto tutto. Le stesse note che sul finire accompagnano la consapevolezza che tutto questo avrà un seguito con la costituzione di un’associazione. Paternò sa essere tutto questo. Ci sono segnali che sono speranze. Incontri che segnano per sempre. E ieri sera, per una sera, tutti i sogni sono rimasti intatti.
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