95047.it Parlare di scandalo sarà forse esagerato? Definirlo, allora, il risultato di un sistema impazzito che ha portato a fare scempio dei nostri siti naturalistici, è – forse – più appropriato. Quintali di scarti di arance lavorate finite lungo le cosiddette “Salinelle di San Biagio”. Lo diciamo subito: ci troviamo in territorio di Belpasso sebbene l’area sia a ridosso del centro abitato paternese. Una prosecuzione di via Balatelle nell’area della cosiddetta “Fossa Creta” laddove insistono, per l’appunto, le “salinelle” meno famose e conosciute: quelle da dove esce solo gas e lunghe scie di fango.
Ebbene, su questo sito vagoni di camion carichi di ciò che resta di intere partite di agrumi evidentemente (come dicevamo) lavorate, sono stati scaricati senza ritegno. Il puzzo di marcio è dappertutto nell’aria. Nemmeno a pochissimi metri di distanza vi è l’attività delle “Salinelle del fiume”: centinaia di chilogrammi di rimasugli che finiranno col diventare tossici.
Materiale buono per le forze dell’ordine: in primis, carabinieri e Guardia di Finanza. Anche soltanto per individuare chi è che va a scaricare lì impunemente.
Più avanti, segnaliamo altri scarti industriali. Tutt’attorno la bellezza delle Salinelle. Di un sito dai contorni lunari e, per questo, suggestivi e affascinanti che scava canyon e intreccia le storie dei nostri nonni e avi. Ecco perché, viene da dire con rabbia: “Quella melma scaricatela a casa vostra”. Nel frattempo, proviamo ad accendere i riflettori su un sito scarsamente frequentato e, per questo, stuprato nella sua bellezza. Quello che sta accadendo lungo le “Salinelle di San Biagio” è qualcosa di moralmente (oltre che penalmente) inaccettabile.