95047.it “Lo scorso 31 marzo la società Qè Call center con sede a Paternò ha avviato la riduzione del personale per 90 unità su 275 lavoratori occupati. Qè call center, che gestisce in subappalto da Transcom la commessa Inps/inail ed Enel energia, individua gli esuberi per calo di volumi causato da una riduzione del traffico che gestiscono le committenti.
Circa 70 dei 90 esuberi sono sulla commessa INPS. Oggi si è svolto un incontro in sede di Direzione Territoriale del Lavoro come prevede la procedura ai sensi dell’art.4 e 24 legge 223/91 con un rinvio a giorno 5 maggio per verificare la percorribilità dei contratti di solidarietà per i lavoratori coinvolti. Per Davide Foti segretario generale SLC CGIL Catania e Gianluca Patanè responsabile provinciale settore TLC: “Stiamo cercando responsabilmente di garantire tutti i lavoratori del call center Qè proponendo l’uso dei contratti di solidarietà. Prendiamo atto della disponibilità aziendale rispetto alle proposte sindacali ma riteniamo vergognosa la posizione delle committenti Enel Energia, e soprattutto quella di Transcom, di tagliare verso il basso i volumi di traffico a danno della Qè e dei suoi lavoratori, creando così un esubero di 70 lavoratori solo su commessa Inps. Abbiamo invitato tramite le segreterie nazionali l’amministratore delegato di Transcom nonchè Presidente di Assocontact (ramo di confindustria che gestisce e tutele le imprese di call center ) senza avere nessuna risposta. Ricordiamo a Transcom che il CCNL Telecomunicazioni e le leggi attualmente in vigore come la clausola sociale che demanda ai committenti la responsabilità sociale di imprese nella tutela del lavoro negli appalti di call center, devono essere rispettate. Ci sembra assurdo che il presidente dell’associazione datoriale dei call center crei esuberi ai suoi subappaltanti dimenticandosi di applicare nelle sue aziende del Catanese, il contratto di cui lui è garante. Chiederemo agli organi istituzionali competenti un intervento urgente e mirato che ripristini leggi e regole, non accetteremo senza lottare i licenziamenti”.