95047.it Sono numeri impietosi quelli che vengono fotografati dal report che la Camera di Commercio ha focalizzato nei primi mesi del 2015 a proposito delle attività commerciali paternesi. Una lunga linea d’ombra dalla quale non si vede alcun barlume di speranza né una svolta che politicamente possa portare ad una boccata d’ossigeno. I dati, si diceva, sono impietosi: se da una parte aprono 15 nuove attività, dall’altra (al 30 giugno di quest’anno) e chiudono ben 28. Ma al di là dei numeri basta fare una passeggiata per le due strade principali del centro storico, via Vittorio Emanuele e via GiovanBattista Nicolosi, dove il numero di botteghe con “Vendesi” e “Affittasi” raggiunge livelli esponenziali.
Un tracollo, anche per quanto concerne l’aspetto dei nuovi possessori di Partita Iva: l’hanno chiusa in 150 a fronte delle sole 74 aperte da ditte perlopiù individuali come si evince dallo schema dei dati della Camera di Commercio. Scomparse praticamente del tutto le ditte a vocazione edilizia.
L’unica speranza è che questa crisi faccia estinguere definitivamente i commercianti vecchia maniera con la fissazione di far posteggiare il cliente davanti al negozio, permettendo così lo sviluppo di nuove attività in grado di attrarre clientela offrendo prodotti non presenti nei centri commerciali e fidelizzando i clienti con buone maniere e assistenza post vendita. L’amministrazione potrebbe contribuire organizzando eventi e manifestazioni e assegnando la delega alla “vivibilità” (!) a qualcuno anche minimamente più competente dell’attuale assessore.
La festa medievale di Motta da prendere ad esempio, attira migliaia di persone.
La fiera di Pedara altrettanto e ancora Nicolosi. Adrano vede interessati anche turisti europei che girando in littorina si fermano ad visitare il centro.
se vi fosse tutto ciò a Paternò, se i commercianti aprissero anche la domenica, se tutti i politici fossero interessati al bene comune e non solo alle loro poltrone, qualcosa inizierebbe a cambiare.
Non si può fare nulla, il declino e’ stato causato dal centro etnapolis e’ naturale si fa un cerchio attorno a etnapolis si stima il potenziale economico e si prospettono i dati a budget di 5/10/15 anni, la ricchezza si concentra lì a discapito degli insediamenti commerciali , iniziando dai più vicini della vicina paterno e quella di misterbianco, vedete che a misterbianco anni 80 / 90 aveva una struttura commerciale che città come Palermo, Napoli, verona si sognavano. Oggi deserto anche mercatone uno ha chiuso e auchan si trova in una crisi globLe unica la rena ha dovuto diversificare cambiando brand per puntare ad un mercato differente ma vedrete che massimo 3 anni a misterbianco tornerà come 30 anni fa, deserto.Il centro ha solo una strada per non morire e’ quella politica, amministrazione dovrebbe bussare ai brand e dire ti do negozio sgravato di imposte, ti ribasso i costi fissi che una galleria commerciale ha, tu apri e il tuo margine te lo faccio a doppia cifra e allora i brand per convenienza lascieranno etnapolis e ritorneranno in centro, i costi fissi della galleria se hanno una diminuizione di retail non c’è la faranno e così etnapolis si dovrà ridimensionare e i comuni vicini potranno riprendersi una fetta che si chiama commercio.
Ma come? Ci hanno detto e ripetuto che la colpa della crisi del commercio nel centro storico era dell’isola pedonale in via Vittorio Emanuele e ora che la gente continua a preferire i centri commerciali, dove può passeggiare senza pericolo di essere travolti da un’auto, di chi è la colpa?
Ma infatti, l’eliminazione dell’isola pedonale – che esiste nei centri storici di molti comuni italiani, specie quelli a grande vocazione turistica – non é servita minimamente a rilanciare le attività commerciali nella “strada dritta”, ma solo a creare caos.
L’idea della precedente amministrazione di introdurre la ZTL a Paternò, era buona, peccato però che non era stata fatta bene, ovvero senza ancor prima aver elaborato un piano generale della viabilità. Camminare a piedi tra i quattro canti e la piazza indipendenza, senza auto di torno, almeno per me era piacevole, oggi invece con tutte quelle auto che circolano si può rischiare di venire travolti, e data la poca larghezza della via, non si può camminare senza “dribblare”, cioè senza evitare di ssbattere contro altri pedoni.
Che poi, se si vuol realmente creare un centro commerciale naturale in via Vittorio Emanuele, la pedonalizzazione é inevitabile. Comunque, che desolazione vedere tutte queste botteghe chiuse, da “strada dritta” rischia di trasformarsi in “strada fantasma”.