95047.it Non si può fare paragone, con la ricca e secolare storia di Paternò, per esprimere un giudizio sul lavoro, o sulla progettualità, che questa amministrazione vuole svolgere per i prossimi 365 giorni. Anche perchè nessuno potrebbe saperlo. Pare che si viva alla giornata. Non è solo il personale giudizio di chi scrive, ma incontrando la gente comune, dal professionista alla casalinga, nei salotti privati o nei bar, intervistando il cittadino qualunque, emerge un generale giudizio negativo. Non piacciono neanche le tante dichiarazioni rilasciate sui media, in occasione di ogni argomento, facendo intravedere come i vari politici protagonisti, siano solo contendenti per ritagliarsi ruoli autoreferenziali e visibilità personale; senza apportare contributi di ordine programmatico e strategico per il territorio.
In ordine di tempo le dichiarazioni forti di alcuni consiglieri su “raccontala giusta assessore”. Grande problema, dibattuto in queste settimane, rappresenta, il “rifornimento di carburante” da farsi in via dei Platani. Come fa rilevare il cittadino qualunque: “L’ impressione è quella di vivere in una bolla che rende l’aria asfittica e che la realtà sociale presa in considerazione sia solo quella attuale con idee e proposte rapportate al contingente. La sensazione che ne viene fuori a ogni idea, a ogni proposta, è come se siano nate solo adesso e che oggi trovano la prima attenzione. Nessuno tiene in debito conto che ogni esperienza umana (come la vita politica amministrativa) segue, nel bene e nel male, quella che prima ci ha preceduto”.
Condivisibile la gioia del “cittadino qualunque” a proposito della bella iniziativa, ripresa anche da Rai tre, nel far rivivere la stazione della ferrovia di San Marco. Paternò ha vissuto una bella stagione agrumicola, negli anni del dopo guerra. La piccola Paternò cresceva, diventando il volano della provincia etnea, una potenza economica sviluppata sulla agrumicoltura, un indotto coinvolgeva i grossi commercianti locali, una moltitudine di produttori, lavoratori uomini e donne, impiegati nelle campagne e nei magazzini e poi, la spedizione dall’arancia rossa dalla stazione. Dunque, a proposito quella stazione di San Marco, stupiscono le dichiarazioni dei consiglieri comunali e di un deputato regionale. L’avevano detto prima i giornali, anni or sono, lanciando il grido d’allarme, nel tentativo di salvare a futura memoria, la stazione e il ponte. Quel ponte di San Marco legato alla stazione era un presidio della memoria, che andava salvato. Molto presto, le nuove generazioni di “politici” dimenticano che si sono sviluppati dibattiti, prese di posizione, studi, tesi di laurea, senza trascurare l’impegno delle associazioni ambientaliste.
E quanti interventi, giammai inutili, per salvare quella tratta, ex amministratori come Gioacchino Milazzo, e tutta l’amministrazione dell’epoca hanno difeso a lungo, ricorrendo persino direttamente al ministro dei trasporti, per scongiurare la chiusura della tratta Motta Sant’Anastasia, Paternò e Regalbuto, dichiarata dalle Ferrovie dello Stato, ramo secco. Ha ragione il signor qualunque quando dice: “Guardando ai giorni nostri, la percezione che ne deriva è quella che siamo una comunità di contemporanei: senza passato e per questo senza futuro; senza lo slancio a cui rapportare lo stesso passato (con il futuro). Ecco perchè siamo condannati a dibattere sempre le problematiche contingenti, quelle quotidiane, senza sforzarci di trovare stimoli per prevedere e organizzare le fasi future: l’ avvenire non si attende bensì si prepara”.
In conclusione, non sfugge alla gente comune (anche questo il motivo per cui matura la sua disaffezione della politica), la questione del centro commerciale di via Vittorio Emanuele, come il nascente impianto di carburante, non è un problema che riguarda la gente. Ma sono interessi che appaiano già definiti a tavolino, una volta a favore di questo, o, quel tecnico, a seconda della sua vicinanza con l’amministrazione. A ragione il signor qualunque, nel pensare che “Il PRG è decaduto: con quale atto amministrativo si potrà prevedere lo sviluppo socio economico se manca lo strumento urbanistico e quello commerciale?”. A proposito, non sono chiare le parole del primo cittadino, che scrive: “Per quanto riguarda gli investimenti nel territorio, non posso ancora dire nulla, ma ci sono tanti imprenditori che a breve presenteranno nuovi progetti, per investire a Paternò, il che si traduce con nuovi posti di lavoro”. Fa piacere leggere queste note, ma il cittadino della strada, l’uomo qualunque vuole tradotto in concreto questa nota.
Quali sono le strategie di sviluppo del territorio urbano e di quello rurale se manca la struttura di riferimento, quale l’Agenzia di Sviluppo, che tende ad attivare i processi di partenariato (pubblico e privato) per delineare i contenuti programmatici richiesti dalle stesso territorio in modo da intercettare i fondi europei a cui attingere per il periodo 2014 – 2020 i cui bandi sono in corso di emanazione.
Per esempio realtà territoriale locali dell’area etnea, come San Giovanni La Punta, Mascalucia, Tremestieri Etneo, Camporotondo, S. Pietro Clarenza, si sono accomunati in un GAL (Gruppo Azione Locale) per attivare un progetto LEADER, previsto dalla legislazione comunitaria, quale elemento fondamentale del PSR (Piano Sviluppo Rurale).
E Paternò cosa fa?
Caro Direttore ,oggi il dibattito politico in una comunità di 50mila abitanti si racchiude sulla costruzione di un rifornimento di benzina e mi dispiace dirlo avete dato troppa importanza sugli organi di stampa,come se le problematiche di Paternò dipendessero se costruire o no un rifornimento di benzina non le sembra un po’ riduttivo in una città afflitta da problematiche molto più importanti :vedi ospedale ,tribunale,Serit,disoccupazione ,crisi agrumicola,negozi che giornalmente chiudono,degrado sociale e culturale ,,tariffe acqua,vivibilità ,viabilità ,mancato accesso ai bandi europei,mancanza di una seria progettazione affinché la nostra comunità possa in qualche modo cambiare in meglio.Quindi è indispensabile aprire un dibattito su argomenti che riguardano l’intera comunità ,per non rimanere fuori da ogni contesto socioeconomico e culturale.Speriamo che le prossime elezioni amministrative possono portare un’ondata di cambiamento.
Concordo con Lei. Ma, aggiungo solo due cose. La prima: abbiamo parlato e continueremo a farlo delle questioni che Lei ha giustamente elencato quasi quotidianamente: ed, anzi, sull’ospedale Le preannuncio una nuova e forte presa di posizione da parte del Comitato. Lei parla – giustamente – di progettazione: ma è la questione legata alla “vicenda del rifornimento” scaturisce essa stessa dalla evidente mancanza di progettualità. Così come in tantissimi altri casi. La seconda: compito della stampa è quello di sollevare le questioni e non di sostituirsi alla politica. Per questo motivo, continueremo a raccontare ancora le vicende della nostra città: nel bene e nel male. Ma è importante capire che ognuno deve assumersi le responsabilità delle proprie azioni. Noi siamo prontissimi ad assumerci le nostre: l’attuale classe politica è pronta a farlo?. Grazie per il Suo intervento preciso e diretto – anthony distefano