Nell’anno in cui l’emergenza idrica è stata tragica per la Sicilia, la proposta presentata all’Ars dall’on. Fabio Venezia, di ripristinare la vecchia condotta che dal torrente Martello a Maniace porti l’acqua alla diga Ancipa, ha scatenato nel Comune dei Nebrodi delle critiche giuste e pesanti. Infatti, con questa proposta, oltre a dimostrare un evidente campanilismo, si capisce come i politici siano spesso lontani dalla realtà, specie in un territorio, come quello di Maniace e dei comuni limitrofi, in cui da anni non vengono eletti deputati regionali, che abbiano a cuore le reali esigenze dei cittadini.
Il comitato cittadino di Maniace, con una nota inviata alle più alte cariche nazionali, regionali e locali, boccia questa proposta e spiega perché tale progetto sarebbe inutile e dannoso per la comunità. «Da tempo – dice la nota – non solo il torrente Martello, ma anche il Saraceno e il Cutò sono asciutti, e persino le sorgenti in alta quota dei Nebrodi quest’anno hanno risentito della siccità rimanendo asciutte. Spendere soldi in questo progetto, servirebbe a togliere acqua ai cittadini e alle culture di Maniace, Bronte, Adrano, Biancavilla e Paternò, per convogliarla nella diga Ancipa dove per regolamento l’utilizzo del bacino di proprietà dell’Enel, è in gran parte destinato a uso industriale ed idroelettrico».
Il prelievo di acqua, se tale progetto andasse in porto, sarebbe la fine per centinaia di aziende agricole e zootecniche messe a dura prova dalla siccità negli ultimi anni.
A dire il vero, vista la situazione, quanto proposto dall’onorevole Venezia oggi sarebbe pura utopia. In quanto comuni come Maniace o Cesarò, tutt’oggi hanno zone in cui l’acqua arriva ogni 4-5 giorni.
Ed entrambi i comuni aspettano finanziamenti meno onerosi, per potere incanalare l’a cqua dei Nebrodi e fornirla ai loro cittadini.
Luigi Saitta Fonte “La Sicilia” del 19-11-2024