La Corte di Cassazione ha condannato a 4 mesi di carcere un uomo di 63 anni che, nel maggio 2009, aveva lasciato la sua auto in un’area riservata ai portatori di handicap per 16 ore.
Il parcheggio, si legge su Repubblica, era stato assegnato nominalmente con tanto di indicazione del numero di targa a una disabile di 49 anni. Nel maggio 2009, la donna, verso le 10.30 del mattino, stava facendo rientro a casa insieme a un’amica quando ha trovato il posto a lei riservato occupato da un’altra auto e ha dovuto chiamare la polizia municipale. I vigili, però, non sono potuti intervenire perché “tutti gli agenti erano impegnati in una riunione con il comandante” e perciò la donna, con gravi problemi di salute e fisicamente provata, si è rivolta ai carabinieri di zona ma anche questi ultimi non hanno potuto far nulla. La vicenda si è conclusa alle 2.30 di notte, quando l’auto è stata portata via dal carro attrezzi.
La donna, di nome Giuseppina se la prende e decide di querelare il proprietario della macchina che era già stato condannato a 4 mesi già in primo grado e in appello. L’uomo si è difeso sostenendo che in quei giorni l’auto era stata usata dal figlio ma non ha convinto i giudici. La Cassazione ha perciò stabilito che da oggi parcheggiare sulle strisce gialle per disabili non è più soltanto un’infrazione del Codice della strada, sanzionabile con una multa, ma può costare una condanna penale e il risarcimento della parte offesa.