Nuovi e pesanti tagli alla Sanità siciliana, in nome del risparmio e del riordino della rete ospedaliera. Nel piano presentato al Ministero emerge una serie indiscriminata di tagli. Verranno chiuse 215 Unità operative complesse: e con esse, addio ad altrettanti posti di primario. La giunta di governo ha approvato ieri la versione definitiva della rete ospedaliera siciliana, frutto anche delle modifiche apportate nel corso dell’ultima riunione tecnica di venerdì scorso tra i dirigenti dei ministeri di Sanità ed Economia. Nella riunione dalla quale sono venuti fuori alcuni rilievi. In particolare, sulla dotazione dei posti letto. Il Ministero infatti ha chiesto alla Regione di specificare dove andranno allocati 318 posti non ancora assegnati: strutture pubbliche o private? Il governo regionale ha risposto che quei posti sono stati “accantonati” in attesa di conoscere l’esito di alcuni contenziosi. Tra cui la nota vicenda della clinica Humanitas. Quei numeri, insomma, saranno destinati quasi interamente ai privati.
La nuova rete, infatti, segue il modello che suddivide gli ospedali in “hub” (strutture di secondo livello altamente specializzate e integrate o Dea di secondo livello), e “spoke” (grossi ospedali che dispongono di aree di pronto soccorso di primo livello con funzioni di rianimazione e degenza), presidi di base (sono quelli che mantengono almeno quattro unità operative come i pronto soccorso, la chirurgia generale, la medicina generale e l’ortopedia), ospedali in zone disagiate (dispongono delle strutture di base per affrontare le emergenze).
A Catania e provincia, le nuova rete prevede che gli Hub saranno il “Cannizzaro”, il “Garibaldi” e il Policlinico. Gli Spoke di primo livello saranno il “Gravina” di Caltagirone e l’ospedale riunito Acireale-Giarre. I presidi di base saranno quelli di Biancavilla e Paternò che quindi scongiureranno la chiusura, mentre la struttura di Militello Val di Catania viene “promossa” a ospedale in zona disagiata insieme a quello di Bronte che mantiene attualmente il punto nascita, seppur “in deroga”. Notizie positive dunque per il presidio di Paternò, anche se restiamo in attesa di ulteriori sviluppi, visti i continui cambiamenti che nel tempo hanno interessato il presidio della nostra città, e sperando soprattutto che non sia una manovra elettorale.