95047.it Ho conosciuto Agostino Mobilia circa quindici anni fa. Una chiacchierata tra un cronista con molti anni meno di adesso ed un imprenditore nel campo della pubblicità che, nel parlare, tutto pareva tranne che un uomo a caccia di business. “L’importante è fare le cose e bene e nella massima legalità: questo è quello che dovremmo fare tutti”, mi aveva ripetuto più volte nel corso di quella chiacchierata. Parole semplici. Ma folgoranti. Dopo, ci siamo rincontrati in un altro ambito. Certamente più ludico: quello dei campionati di calcio della Sezione Uisp.
Lui, il presidente della squadra più forte. Quella che ha vinto tutto quello che c’era da vincere: la Cibiesse. Del resto, riprendendo quel “L’importante è fare le cose bene”, di che squadra poteva essere presidente Agostino Mobilia se non della migliore? Il male che lo ha portato via nel giro di una manciata di settimane non lascia scampo alla rabbia. O alla devastazione. E’ accaduto tutto in fretta: non c’è stato quasi nemmeno il tempo di capire cosa stesse realmente accadendo.
Lui, un signore energico e carismatico di 57 anni che all’improvviso non c’è più. Una storia che raccontiamo ancora perché non vada dispersa la rete di presenze e sentimenti di cui Agostino è stato epicentro, col suo messaggio di prospettiva davanti al muro della malattia. Ieri, allo stadio “Falcone-Borsellino” il Memorial di calcio dedicato dai suoi amici di sempre, dai suoi familiari, da chi lo incrociato sui campi di calcio polverosi della provincia di Catania. Una bella festa di sport. E condivisione.
“Noi siamo certamente di parte, ma nostro padre era una persona davvero speciale – raccontano Rossella e Giovanna figlie fiere di Agostino -. Un uomo che aveva sempre il sorriso sulle labbra e che non si tirava mai indietro nel fare del bene a chi lo chiedeva: una persona davvero altruista. Quello di oggi è un appuntamento meraviglioso e per noi è commovente perchè è come se fosse qui con noi e con gli amici di sempre. Come se non se ne fosse mai andato. Chi c’è qui, oggi, ha sempre dimostrato per lui un sentimento autentico tenendo vivo il ricordo di papà”.
Ci sono che accadono senza potere avere il controllo delle cose. E ci sono cose dalle quali o cadi o ti rialzi subito. “La forza, in tutto questo, ce l’ha data papà. Lui non si è abbattuto mai e ci ha lasciato tanta, tantissima, speranza. Tanta voglia di andare avanti: voleva che lo facessimo per lui e per la mamma che era venuta a mancare prima. Ci ha insegnato a guardare avanti ed a farci forza in tutto e per tutto. Ci sono stati i momenti di sconforto, certo: ma pensando all’esempio dei nostri genitori si riesce ad andare avanti”.
E l’essenziale è che si sia lì. Senza essere indifferenti. A raccontare, per non dimenticare chi siamo: a ricordare un paternese fino al midollo come Agostino Mobilia. Che se n’è andato pur essendo ancora qui con noi. Così com’è accaduto ieri pomeriggio.
Lui era l’uomo non un uomo qualunque, gli ho voluto bene da subito appena ho sentito la sua trascinante risata, ho tanti ricordi indelebili e ho la fortuna di non vivere a Paternò e questo mi da la possibilità di pensare che lui è sempre lì vicino i suoi amori