NASA: oggi una conferenza planetaria per comunicare una sensazionale scoperta

La NASA ha annunciato un’importante conferenza stampa, durante la quale si discuterà di una scoperta “al di là del nostro sistema solare”. Nel corso dell’evento, al quale assisteranno astronomi e scienziati da tutto il mondo, verranno con ogni probabilità rilasciate informazioni in più sui cosiddetti “esopianeti”, ovvero quei pianeti non appartenenti al sistema solare e orbitanti attorno a una stella diversa dal Sole. Da tempo si crede che alcuni di essi possano ospitare la vita.

La conferenza stampa si terrà oggi 22 febbraio all’una del pomeriggio (orario di New York) e sarà trasmessa in diretta sul sito della NASA. Saranno presenti anche gli scienziati che si occupano del telescopio spaziale Spitzer, che osserva nell’infrarosso e che ha scoperto l’esistenza di uno degli esopianeti più vicini a noi, HD 219134b, alla distanza di soli 21 anni luce dalla Terra.

L’annuncio della NASA, insomma, potrà essere ricco di sorprese e di novità, soprattutto se si parlerà di pianeti in grado di ospitare la vita. Recentemente, su una ricerca pubblicata su “Nature”, un team internazionale di scienziati ha riportato la notizia della scoperta di “Proxima B”, esopianeta simile alla Terra, “potenzialmente abitabile”. Chissà se la conferenza stampa riuscirà a fare luce su questo e su altri temi. Per chi fosse curioso e avesse delle domande da rivolgere direttamente agli scienziati, l’agenzia invita gli utenti e i media ad utilizzare l’hashtag #askNASA su Twitter.

Un esopianeta, o pianeta extrasolare, è un pianeta che si trova al di fuori del nostro sistema solare e che orbita intorno ad una stella diversa dal nostro Sole. Alcuni di questi pianeti sono ritenuti estremamente interessanti perché orbitano in quella che viene definita “zona abitabile”, ovvero una zona all’interno della quale le condizioni sono compatibili con l’esistenza di acqua allo stato liquido in superficie. Attualmente per individuare un esopianeta esistono 7 differenti metodi e, in particolare, quello utilizzato dalla NASA si basa sull’attività del telescopio spaziale Kepler.

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