95047.it Alle Salinelle, la terra di Arcente, è ancora fiorente il culto ai Gemelli Palici: gli Inessei, gli Iblei, gli Adraniti, hanno scoperto che le sabbie salmastre, inumidite dalle acque che sgorgano dai piccoli vulcanetti curano artrosi e reumatismi che affliggono gli anziani.
La notorietà religiosa e curativa del luogo ha superato i confini del Simeto; vi giungono da ogni parte in attesa del miracolo che lenisce gli insopportabili dolori degli anziani, e, in qualche caso, dei meno giovani.
E sono in tanti, uomini e donne, presenti quel giorno per il culto ai Palici e per le cure: è un brulichìo indescrivibile di lamenti invocanti l’aiuto degli Dei per la guarigione, di sacrifici votivi di animali, di ragazzi e ragazze che accompagnano le nonne, canti, sorrisi, relazioni chiacchiere; i cirnechi, alla ricerca del pasto quotidiano annusano i passanti che generosi danno loro un tozzo di pane, mentre pecorelle smarrite sono alla ricerca del gregge e del loro pastore.
Ai bordi delle Salinelle, degli ambulanti offrono, su dei banchi sgangherati, merce a poco prezzo. Il pellegrinaggio è anche occasione per lo scambio d’opinioni sui fatti del giorno. Una vecchietta d’Inessa, che per professione fila la lana, camminava da sempre con dei bastoni che l’aiutavano a sorreggersi, si recava ogni giorno alle terme per la cure dei dolori che l’assillavano; con i bastoni rovistava i fanghi alla ricerca di una grossa pietra sulla quale sedersi e…curarsi in pace. Di lei molti avevano pietà, altri indifferenza.
Sulle rive dei ruscelli e delle Salinelle, Le Ninfe (le Oceanine, le compagne di Proserpina), invisibili agli occhi degli uomini, osservano i comportamenti umani; di ognuno di loro conoscono le contraddizioni umane.
E’ una giornata alla terme come tante altre. Quando, all’improvviso tra le decine di astanti, una voce anonima, additando la vecchietta che senza bastoni camminava speditamente tra i fanghi, si mette a gridare: Miracolo! Miracolo!
E tutti a guardare la vecchietta miracolata la quale, commossa per gli sguardi d’attenzione, o di invidia… ringraziava in cuor suo Palici e le invisibili Ninfe.
La notizia si sparge per la vallata simetina, raggiunge i sacerdoti del tempio di Hadrano, a Katane, a Siracusa.
E’ il caso di dire che da quel giorno i pellegrinaggi, con i relativi ex voto, si moltiplicarono.
I Sacerdoti di Hybla, dei Gemelli Palici, protettori degli schiavi, erano costretti ad organizzarsi per l’aumento dei culti sacrificali che moltissimi chiedevano loro.
Dato il clamore suscitato dall’evento, a futura memoria, venne posta un’epigrafe:
”Una vecchia filatrice, storpia di piedi, per la buona fama dell’acqua salutare venne una volta trascinandosi con bastone di quercia, che lei invalida sorreggeva. Pietà colse le Ninfe, che abitano le pendici montane dell’Etna, che emette boati, l’umida dimora del vorticoso padre Simeto. E di essa ambedue le zoppe gambe sane rinsaldò la calda sorgente etnea. Ella lasciò il bastone alla Ninfe ed esse liete del dono concessero di mandarla senza sorreggersi”.
(Giacomo Manganaro-da Antologia greca VI(ed H.Beckby, Munchen 1957)
Le Salinelle/San Marco
Le Salinelle. …Che ci siano nel sottosuolo dei giacimenti di acqua marina, intrappolata nei meandri della terra, non ci sono dubbi; che questi giacimenti siano coperti spesso da argille antichissime sovrastate da croste laviche dovute ad antiche eruzioni effusive non ci sono dubbi; come non c’è alcun dubbio che queste sacche sotterranee siano ricche di anidride carbonica, metano, ammoniaca, elio, solfati, cloro, litio, boro; é il caso di ricordare che l’acqua marina contiene molto sale!
L’accumularsi di questi gas nei corridoi pieni di acqua crea una spinta dell’acqua salata verso l’alto; man mano che i liquidi gasati risalgono, erodono le pareti argillose: si formano così i vulcanetti di fango, dai quali fuoriescono, con più o meno intensità, acqua, sale, e gas.
(AIQUA- Ass. italiana per lo studio del quaternario-14 (2,117-130)-Careni-S. Benfatto, G. Sturiale)
Sulle Salinelle Jean Houel, noto viaggiatore e famoso pittore nel XVIII secolo, nel suo diario Vojage scriverà: “Le sorgenti sono molto più ricche di acqua in estate che di inverno e sempre di inverno e sempre durante questo periodo esse depositano una maggiore quantità di sale. Questo è così abbondante che gli abitanti lo raccolgono” ….” Si chiede come mai” tante acque abbiano acquisiti qualità così diverse e come un terreno così limitato possa racchiudere elementi tanto differenti come gesso, alabastro, bitume, sale, ferro, argilla, zolfo”.
(Laura Maniscalco/La ricerca archeologica nel territorio di Paternò/Museo civico Paternò/2007)
Alle Salinelle è fiorente il culto dei Palici. “Nelle relazioni umane della vita quotidiana capita spesso che due persone abbiano dei contrasti, delle liti che di solito vengono affrontate con le mani! Ma … arrivati ad un certo punto i litiganti smettono di lottare si sottopongono alla prova sacra: nelle acque sulfuree delle salinelle gli spergiuri e i falsari si sottopongono alla prova delle tavolette sulle quali erano scritti i loro nomi. Se la tavoletta affonda, lo spergiuro o l falsario veniva accecato dagli Dei Palici figli di Efesto/Vulcano e della ninfa Etna. In effetti ad accecare lo spergiuro erano i loro fanatici sacerdoti! Non sempre è così … i litiganti, spesso risolvono con le mani … i loro contrasti”.
(Mimmo Chisari Ducezio e i Siculi- Collezione Sicilia antica – pag 38)