Minaccia di pubblicare on line foto «hot» dell’ex fidanzata

La Procura Distrettuale di Catania ha diretto una serie di accurate indagini avviate dagli investigatori del Compartimento Polizia Postale di Catania che hanno portato all’individuazione del responsabile di una sexextortion: si tratta di un 32enne napoletano, pregiudicato, con precedenti per stalking, che al termine di una relazione sentimentale con una giovane catanese, aveva iniziato un’attività persecutoria nei confronti della donna.

I due si erano conosciuti su Internet ed il loro rapporto, durato fino a pochi mesi fa, si era sviluppato prevalentemente online, e ne erano seguiti poi degli incontri a Napoli.

Durante la relazione, l’uomo era riuscito ad ottenere dalla giovane alcune foto intime che solo lui possedeva.

Quando la vittima ha però deciso di mettere fine al rapporto, su alcuni profili Facebook sono iniziati ad apparire insulti e frasi diffamatorie nei confronti della ragazza e di sua madre.

Alla richiesta di spiegazioni da parte della giovane, l’uomo si era subito giustificato affermando di avere subito il furto delle immagini da parte di ignoti hacker che gli avevano chiesto, a suo dire, 400 euro per la restituzione delle immagini, minacciandone, in caso di mancato pagamento, la divulgazione.

Le laboriose e immediate indagini, condotte dagli uomini della Polizia Postale e delle Comunicazioni, hanno consentito in tempi piuttosto brevi di identificare l’autore dell’estorsione e di raccogliere numerosi elementi probatori, che la Procura Distrettuale di Catania non ha esitato a porre alla base di un decreto urgente di perquisizione, nel corso della quale gli investigatori hanno sequestrato lo smartphone, il pc e il tablet utilizzati dal giovane napoletano, che saranno oggetto di ulteriori accertamenti tecnici per verificare se altre donne siano rimaste vittima dell’uomo.

COS’È LA SEXEXTORTION

La sexextortion è un fenomeno crescente e si presenta sotto due fenomenologie: una tipicamente domestica, spesso riconducibile a coppie che si separano, con uno dei due (quello che la subisce) che visualizza sul web immagini intime dell’ex partner, l’altra, a dimensione internazionale, dettata esclusivamente da ragioni di profitto, in cui tra attore e vittima non esiste alcun legame.

Nel secondo caso, essendo gli autori quasi sempre localizzati all’estero (Africa o Asia), gli Uffici della Specialità, coordinati dal Servizio Polizia Postale, stanno conducendo con regolarità operazioni internazionali nel tentativo di indebolire le potenzialità offensive dei gruppi criminali cui quegli autori fanno capo.

In entrambi le tipologie di reato, comunque, la Polizia Postale sta dedicando notevoli risorse anche nel campo della prevenzione, ritenendolo addirittura ancora importante di quello della repressione, ed in base a precise direttive del Servizio Polizia Postale, la Specialità porta avanti da tempo diverse campagne di sensibilizzazione, spesso condotte in collaborazione con partner pubblici e privati, per elevare il livello di consapevolezza negli utenti della rete circa i possibili rischi connessi ad un uso distratto e non consapevole della rete.

 

La Polizia Postale e delle Comunicazioni consiglia pertanto:

  • mai pagare la somma richiesta. Dopo il primo pagamento, infatti, seguono richieste, via via, più esose;
  • bloccare, subito, il contatto, sia sulla piattaforma social che sulla videochat;
  • inoltrare, immediatamente, richiesta di rimozione del video ai gestori della piattaforma sulla quale il video stesso è stato postato;
  • sporgere subito denuncia.

 

Cosa fare per prevenire:

  • mai concedere “amicizia” sui social network a persone che non sono conosciute anche nella vita reale. Concedere la propria amicizia sulla piattaforma significa, infatti, ammettere una persona estranea in uno spazio “riservato” e “privilegiato”, che è la nostra pagina personale, concedendole un enorme ed immotivato vantaggio qualora si tratti di un malintenzionato;
  • a maggior ragione mai scambiare messaggi privati con utenti appena conosciuti e, men che meno, mai concedere di entrare, attraverso la webcam, nella propria casa e nella propria privacy;
  • configurare le proprie pagine social in modo tale da renderle “invisibili” agli sconosciuti

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