95047.it Una razzia che non conosce sosta e che, a Paternò, ha raggiunto picchi esponenziali nelle ultime settimane. Proseguono i furti dei tombini in ghisa o meglio di quelli che comunemente vengono chiamati “tombini” ma che, in realtà prendono il nome di “chiusino” ed è il coperchio, di solito circolare o rettangolare, dei pozzetti di acquedotti, di fognature o di quelli a servizio delle linee elettriche e telefoniche. I balordi di turno hanno cominciato dall’area industriale di Tre Fontane per poi arrivare sino al centro cittadino: accanto all’ospedale, nel quartiere di Acque Grasse fino a via Piave e via Brescia. Uno sciacallaggio che crea anche un serissimo problema di sicurezza con auto, scooter e pedoni che – soprattutto la sera col calare delle tenebre – rischiano di finirvi dentro.
Sono chiusini perlopiù realizzati in ghisa. E la ghisa ha una quotazione, seppur variabile, di 500 euro alla tonnellata e cioè di 50 centesimi al chilo: insomma, si ruba e si fa razzia per pochi spiccioli. Il ferro viene valutato, invece, fino a 20 euro al chilo. E’ il mercato nero del metallo, infatti, che fa affari a questo modo in quella che, però, sta diventando una situazione insostenibile. I carabinieri della Compagnia di piazza della Regione, a tal riguardo, hanno intensificato i pattugliamenti ma una mano importante possono darla anche i cittadini anche solo con una semplice segnalazione alle Forze dell’ordine.