Nel panorama politico siciliano, Marianna Caronia si distingue per un record invidiabile (o discutibile): undici cambi di casacca in quindici anni di carriera politica. Un percorso costellato da continui spostamenti, rigorosamente all’interno del perimetro del centrodestra, che disegnano un quadro di trasformismo tanto rapido quanto il ritmo con cui il Partito Democratico cambia segretario.
La carriera politica di Caronia inizia nel 2008, quando viene eletta all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) come indipendente nelle liste del Movimento per le Autonomie (Mpa) di Raffaele Lombardo. Un esordio promettente, presto seguito dal primo cambio di schieramento: passa al Popolo della Libertà (PdL), dichiarandosi contraria al ribaltone che aveva portato Lombardo a guidare un governo tecnico con il sostegno del centrosinistra. Ma nella stessa legislatura, Caronia non si ferma: transita nell’Udc e, successivamente, nel Cantiere Popolare di Saverio Romano, dimostrando già una certa disinvoltura nel saltare da un partito all’altro.
Dopo la legislatura 2008-2012, Caronia non viene rieletta, ma l’Udc le affida comunque un ruolo all’interno del partito. In quel periodo l’Udc siciliano sostiene il governo di centrosinistra di Rosario Crocetta, e Caronia giustifica la sua posizione con la volontà del partito di rinnovarsi. Una deviazione dal suo schema abituale, ma evidentemente momentanea.
Nel 2017 Caronia rientra all’ARS con Forza Italia, ma il suo rapporto con il partito dura solo tre mesi. Accusa i vertici locali di mancanze e ingiustizie e passa al Gruppo Misto, lamentando l’assenza di un confronto politico chiaro. Nel 2019 arriva un nuovo passaggio: si unisce ai Popolari Autonomisti di Carmelo Pullara, ma poco dopo torna alla Lega.
Non c’è però stabilità: sei mesi dopo è nuovamente in Forza Italia, accolta con entusiasmo da Gianfranco Micciché. Tuttavia, anche questa permanenza è breve. Dopo un anno e mezzo Caronia ritorna nella Lega, dove rimane per tre anni, assumendo perfino il ruolo di capogruppo in Regione.
L’ultimo passaggio, avvenuto nei giorni scorsi, la vede approdare in Noi Moderati, la formazione di Maurizio Lupi. Con questa mossa, il conto dei cambi di casacca arriva a undici, un record che alimenta il dibattito sulla coerenza politica e sulla necessità di ancorare il proprio mandato a una visione stabile.