95047.it Una scelta scellerata. Devastante per tante famiglie che già vivono il dramma pesante della disabilità. Alle 19 del 10 agosto sembrava fatta. L’emendamento relativo all’abrogazione l’assistenza igienico-personale agli alunni diversamente abili nelle scuole di ogni ordine e grado pareva che si fosse riuscito ad essere votato dall’ARS prima della pausa feriale. In serata però manca il numero legale e svariati provvedimenti che ricadono sulla vita dei siciliani, tra cui la modalità di assistenza agli studenti in situazione di handicap, vengono rinviati al 13 settembre.
Sul tema adesso tutto è sospeso: la legge regionale approvata a fine maggio prevedeva che non fosse più la Regione a fornire tale servizio agli alunni in situazione di handicap con il personale specializzato impegnato nelle cooperative, ma che tale delicata responsabilità ricadesse sui collaboratori scolastici delle scuole statali, che non essendo tutti adeguatamente formati, non possono coprire il servizio. Come si dovranno comportare i Dirigenti Scolastici a ridosso dell’inizio delle lezioni, mentre già si sa che la norma è stata abrogata? A chi affideranno il servizio? I Comuni e i Liberi Consorzi potranno affidare le gare d’appalto, considerato che l’articolo 10 risulta già abrogato? E quando? A scuola iniziata si partirà con un vuoto normativo: un pasticcio tutto siciliano.
“Dopo aver avviato, da ormai svariate settimane, interlocuzioni con i Gruppi Parlamentari all’A.R.S. per arrivare all’abrogazione dell’art. 10 della L.R. n. 8 – spiega Mimma Argurio, Segretaria regionale CGIL Sicilia -: abbiamo scoperto nel pomeriggio di ieri che il voto definitivo avverrà dopo la pausa feriale, nonostante gli impegni assunti dai Deputati e dai Presidenti delle Commissioni competenti anche in occasione delle audizioni con le OO.SS. Temiamo una grande leggerezza nei confronti di un servizio delicato e importante che non può e non deve essere lasciato in sospeso!”.
Per Graziamaria Pistorino, Segretaria generale FLC CGIL Sicilia, per il comparto Scuola: “Abrogare l’art.10 della L.R. 8/16 per la scuola siciliana significa ripristinare un servizio prestato da figure specializzate e non consentire che una così delicata attività sia effettuata, con una formazione risicata, dai Collaboratori Scolastici che, a partire dai tagli epocali delle leggi Gelmini, vivono una condizione di forte difficoltà nell’espletamento delle pulizie, della vigilanza degli ingressi, della sicurezza degli alunni, con organici ridotti all’osso!”.
Poteva essere l’occasione per scongiurare gli effetti devastanti della norma, sia per quanto riguarda gli operatori impegnati nelle cooperative che finora hanno garantito un servizio di qualità, che per i collaboratori scolastici, i quali vengono gravati del servizio in assenza della opportuna formazione prevista dalle norme contrattuali. Soprattutto, poteva essere l’occasione per una classe politica, a tratti distante dalla vita reale dei cittadini, di recuperare l’attenzione ad un tema che non è semplicemente legato ai lavoratori che sono coinvolti, ma che riguarda i diritti quotidiani e concreti di nostri giovani concittadini, che in Sicilia sono privati di servizi sanitari e riabilitativi adeguati, di strutture accoglienti, di spazi ricreativi finalizzati e che con la l’articolo 10 della legge regionale avrebbero perduto (il condizionale è d’obbligo) l’unica forma di intervento mirato da parte della Regione Sicilia per l’integrazione scolastica.