95047.it La passione è quella di sempre. Il talento, il genio messo a servizio dell’arte, è qualcosa al quale resti ammirato. Ammaliato. Ed incollato. Qualcosa di urgente. E’ quello che ti capita quando incontri Barbaro Messina. Barbaro Messina, il Maestro. E’ paternese, e non è un dettaglio. Espone in questi giorni ancora una volta lontano dalla sua città naturale: ed anche questo, ahimè, dettaglio non è. A Misterbianco, fino al prossimo 8 gennaio, il Maestro espone la sua mostra dedicata ai presepi (ma non solo): “Fuoco e terra dell’Etna”. Un viaggio nella storia dei tanti lavori che vennero effettuati tra gli anni settanta e ottanta proprio a Paternò. Tanti piccoli capolavori che appartengono al percorso artistico di tanti allievi di Barbaro Messina. Oggi, il lavoro sulla pietra lavica non è un’attrattiva: è, bensì, la consapevolezza di tutto quello che la nostra terra è. E di ciò che noi siamo e che potenzialmente potremmo essere. E non è solo una questione di arte.
“Mi ritrovo a raccontare l’Etna attraverso la pietra lavica – spiega Barbaro Messina -. Il materiale della stessa “Montagna” che diventa supporto ceramico: è grazie alla “Montagna” che racconto tutto attraverso i suoi colori e la mia esperienza. La cosa interessante è, secondo me, che lo faccio carico dei valori culturali del territorio etneo: i grandi della letteratura che hanno attraversato la nostra terra, sono ispirazione inesauribile. Avendo lasciato messaggi e testi spettacolari. Questa mia conoscenza la racconto specialmente all’estero quando dico che questa conoscenza diventa un valore aggiunto: la Sicilia non è semplicemente la Sicilia. Ancora più valore aggiunto è, infatti, il nostro territorio etneo che è arte, cultura ma principalmente natura. La natura – prosegue – e le stagioni sono una tipicità marcatissima della nostra zona. Ma, come dicevo, io racconto l’Etna anche attraverso ciò che è la nostra storia. Sono fortunato ad avere un grande apprezzamento al nord Italia”.
A Misterbianco, in mostra, vi sono anche opere legate alla disabilità: “Quello della disabilità è un lavoro che mi è stato commissionato dal Rotary. Un lavoro che sentivo dentro: parlo di chi accudisce il disabile. Spero di essere riuscito ad interpretare la figura che accudisce chi è, purtroppo, affetto da disabilità: lo fa in modo quasi silenzioso e con pazienza. E’ un fratello ma è anche una colonna portante che si rispecchia nella famiglia”.
Infine, anche un immancabile riferimento all’attualità di questi anni. Perché l’arte, non è alienazione: “Ci sono pezzi nei quali racconto anche il Mediterraneo. Con i barconi che arrivano: ed arriva anche il dramma ma con l’Etna che infonde luce. Noi siamo un popolo di emigranti e ritengo che l’apertura all’ospitalità l’abbiamo vissuta con i nostri avi”.
Il Maestro Messina è questo. Un’esplosione di idee, racconti e progetti inesauribili. E’ vorace come la sua terra natia. O come la lava che, in questo caso, scaccia via la bruttezza e la devastazione e lascia solo prati insperati di bellezza.
E nella grandezza di Barbaro Messina, quello che ci sorprende è sempre quella umiltà ferma e la maestria impareggiabile che lo hanno fatto conoscere dappertutto. Assieme al suo indiscusso talento.
La storia, per fortuna, continua.
Barbaro Messina: un maestro grande e modesto, modesto perché veramente grande, un genio, riconosciuto a livello internazionale, e grandissimo perché veramente modesto. Grazie, maestro Barbaro Messina, per quello che sei e per quello che hai dato e darai al mondo della cultura e dell’arte, e perche hai portato in questo mondo la tua amata Sicilia e la tua cara Terra di Paternò.