95047.it “Oggi presentiamo “Italia va on line”: che potrebbe costituire davvero una svolta di proporzioni enormi”.
I fratelli (paternesi) Flavio e Elisa Fazio lanciano la loro ultima sfida. E visti i successi che li hanno accompagnati in precedenza, aspettiamoci un nuovo botto. L’occasione per discuterne è stata fornita dall’appuntamento che si è celebrato all’interno del Liceo Scientifico “Fermi” nell’ambito di un rendez-vous, per nulla patinato e che è andato dritto al sodo della questione, allestito dai Lions di Paternò.
“In queste settimane siamo stati nelle scuole ed abbiamo parlato con i ragazzi per spiegare come si crea un sito internet – ci dice Flavio Flazio -. Solo fino a poco tempo fa, era una cosa complicatissima e sarebbero serviti mesi: oggi, invece, con la nostra piattaforma bastano quattro ore per spiegare come farlo”.
Ma c’è un dato che prima ancora che portare alla riflessione, spiega bene qual è il percorso intrapreso nel nostro Paese se paragonato al mondo occidentale: “In Italia soltanto il 29% delle aziende ha un sito internet. E’ un dato bassissimo. Noi vogliamo essere il motore per il quale il prossimo anno si possa arrivare al 50/60%. La nostra premura è stata quella di partire da Paternò che è dove siamo nati. Da qui sta partendo un progetto pilota che ha lanciato on line 700 attività: 200 sono di Paternò. Estenderemo tutto anche a livello nazionale”.
Fatto sta che il progetto in questione un ottimo risultato lo ha già raggiunto innescando un meccanismo che ha messo assieme studenti e attività professionali: “In ogni istituto abbiamo dato vita a quattro giornate: nella prima abbiamo spiegato come si crea un sito internet mentre nelle altre tre ciascun ragazzo ha selezionato una attività locale – che può essere il negozio di biciclette sotto casa, la pasticceria, il negozio del papà, il panificio in cui va spesso – e gli ha creato il sito internet facendosi dare i contenuti: dalle fotografie ai ragionamenti sui testi da scrivere. Dopodiché ha messo tutto queste informazioni su un sito ad hoc per le attività locali.
E c’è un duplice beneficio: da una parte i ragazzi acquisiscono competenze digitali che un’azienda come noi cerca. Tutto parte, infatti, da qui. Ci siamo chiesti più volte: ma è possibile che non vi siano persone che riescano a ragionare di marketing? Non possiamo prendere un laureato in Economia che non l’ha mai fatto.
Con questo progetto intendiamo far nascere e crescere la passione nel frattempo che si studia, acquisendo competenze sul campo.
L’altro beneficio è che le aziende hanno un sito tutto a loro disposizione senza dover fare nulla”.
In tutto questo contesto, i Lions hanno avuto il merito di svolgere un grande lavoro riuscendo a raccordare scuole, presidi e studenti. “Una idea che è nata a gennaio e che già a marzo ci ha visti operativi grazie proprio all’impegno dei Lions”, evidenzia lo stesso Fabio Flazio.
“Abbiamo creato un percorso molto pratico e a forte carattere tecnologico: abbiamo voluto che i giovani studenti paternesi diventassero i fautori reali del processo di digitalizzazione delle imprese locali grazie al supporto di tutor aziendali del team Flazio – spiega il presidente dei Lions Paternò, Salvo Bordonaro -. Credo che questo sia un campo sul quale la nostra città possa addirittura proporre modelli di sviluppo: e la cosa più bella e che deve inorgoglirci è che potrebbe davvero essere di respiro nazionale”.
Nel frattempo, la sfida è stata lanciata. E più che un guanto, da raccogliere vi è la consapevolezza di non lasciare al proprio destino intere generazioni di studenti. Ed un pezzettino di questa consapevolezza, oggi, passa anche dalla necessità di far conoscere le incredibili potenzialità di uno strumento chiamato internet.
Bene. Per completezza, puntualità, precisione dell’informazione fornita al lettore il tuo commento, Antonio, ci sta tutto. Oggi fare Web marketing è sempre più complesso. Gli algoritmi di Google vengono aggiornati migliaia di volte l’anno. In realtà i corsi universitari dedicati al web marketing sono solo teorici. 4 giorni di incontri sono davvero nulla se confrontati al bagaglio di conoscenze necessarie per fare queste attività: MDR, Tools, server, pagespeed, e tutto quanto necessario.
Che Paternò sia un territorio “vergine” da conquistare, per queste tematiche, è garantito. L’informazione ha il dovere di dare notizie ricche di approfondimento altrimenti si fa passare l’idea che lavorare in questo settore sia una cosa semplice. Non è affatto così. Le newsletter, ad ogni modo, non funzionano più. Il tasso di rendimento è davvero molto basso. Bisogna puntare sul marketing H2H.
Buon lavoro. Vi auguro di riuscire anche se, personalmente, questo tipo di piattaforme globali non mi piacciono. Preferisco la strategia personalizzata sulle reali esigenze del cliente. Ovviamente non lavoro per il panificio sotto casa o il negozio di profumi. Faccio riferimento solo ad imprese che fatturano oltre i 20 milioni di euro. Saluti.
Ciao Claudio!
I punti ai quali ti riferisci sono stati discussi durante le 4 giornate di incontro: ottimizzazione per i motori di ricerca, le caratteristiche dei server e così via. Si è discusso anche di quello che avviene dopo la creazione del sito: dalla creazione di contenuti (sezione blog) alla spinta degli stessi, al social media marketing, passando per le newsletter (supportate anch’esse dalla piattaforma).
Non si tratta chiaramente di un master in comunicazione digitale, ma di un seme che arriva nelle scuole per stimolare e provare a rimediare al gap che ci vedi anni luce distanti dagli altri paesi europei.
Buona serata 🙂
ahahhahahahah il business online è una cosa seria. Non si fa business online senza analisi e strategie digitali. Perché il giornalista non ha posto delle domande tecniche sul business online? Non leggo alcun accenno a SEO, analisi server, analisi strategie di visibilità, gestione del cliente online, analisi dei contenuti. Mica si scrive e basta. E il rispetto delle linee guida dei motori di ricerca?
Per le lezioni universitarie piene di sofismi tecnici ci stiamo attrezzando. Per il momento, ci limitiamo a scrivere l’indispensabile almeno per far capire ai lettori di cosa si sta parlando. Da giornalai, ovviamente.
Sofismi tecnici? Lezioni universitarie? Il giornalista deve sapere di cosa parla quando scrive.
Il web business richiede anni di competenza non un incontro di un giorno. La scelta della piattaforma per il business è fondamentale.
Pubblicare un sito senza rispetto delle linee guida dei motori di ricerca porta a penalizzazione sicura e, dunque, non si può fare business online con un sito penalizzato.
Quando si affrontano tematiche come il business online ci sono dei fattori che non possono essere ignorati.