95047.it La collina storica di Paternò, unicum di bellezza naturale e monumentale, da decenni si dibatte per una maggiore fruibilità, senza approdare mai a nulla di concreto, perchè? Ancora una volta la nostra collina, e tornata al centro della conferenza di sabato 21 febbraio scorso, aperta a tutti, tenutasi nei locali dell’ex tribunale piazza della Regione, nel contesto del tema distrettuale dei Lions “La nostra storia: cultura, tradizioni e risorse: Conosciamoli! Potenziali veicoli per una rinnovata crescita sociale ed economica”. Un chiaro invito agli amministratori e professionisti locali per riparlarne insieme, sia dello stato conservativo e come sia possibile contribuire a valorizzarla. Affinché non resti solo un tema da salotto anche in questa occasione, hanno preso parte relatori di assoluto prestigio, come il maestro artigiano Barbaro Messina, Maurizio Erbicella pianificatore territoriale, la professoressa Lina Severino, ed infine riportato alla luce un interessante progetto del Prof. Architetto Franco Minissi del 1960.
L’esperienza artigianale di Barbaro Messina, un preciso punto di riferimento da imitare, ha dato l’avvio alla conferenza. Il maestro artigiano, ha raccontato come si è sviluppata la sua attività professionale, basata sulla ricerca nel territorio, dalle immense risorse naturali da cui ne ha tratto le sue innovazioni, dove l’Etna e la valle fluviale sono il comune denominatore della sua arte e mestiere, di assoluto successo planetario. Maurizio Erbicella come sempre è riuscito a captare l’attenzione dei presenti per il suo intervento chiaro e disarmante, ma disatteso dagli amministratori. Ha posto l’attenzione sul vasto patrimonio presente nella valle del Simeto, in termine di ricchezze naturali paesaggistiche e storiche. Una vera alleanza tra l’uomo e la natura, introvabile da nessun’altra parte del mondo. Peccato però, fa rilevare la professoressa Lina Severino, la spazzatura sparsa nel territorio tiene lontano i turisti. Paternò dunque polo attrattivo, per tutta la valle simetina, da Randazzo sino a raggiungere il mare. L’Acropolis di Paternò tematica sempre dibattuta, a partire dal dopo guerra, e negli ultimi periodi sostenuta dalle associazioni e quello dei media locali, che hanno ripreso e rilanciato più volte, permettendo in tal modo, di evidenziare nelle varie occasioni le diverse criticità presenti nell’area collinare che, purtroppo, come ha evidenziato il relatore il geometra Sebastiano Garifoli permangono e attendono di essere rimosse.
Le analisi prettamente tecniche riconducibili alla Collina storica, hanno evidenziato alcune problematiche, le più importanti sono riconducibili allo sventramento subito dalla superficie della Collina per la realizzazione della strada di accesso al castello che richiede una ricucitura trasversale dell’area; alla ricostituzione di un rapporto complessivo di dipendenza e di legame alla vita e alle attività della rimanente parte della città; definire in modo coordinato ed organico appropriate destinazioni d’uso dei diversi edifici monumentali per rivivificare l’utilizzo dell’intero patrimonio ed innescare un potenziale turistico di tutta l’ area collinare; al restauro del tessuto edilizio minore degradato e degli spazi circostanti per essere recuperati, con insediamento di attività artistiche e laboratori artigianali, e “riammagliati” all’ area monumentale della collina. Ancora una volta il Lions di Paternò, nel corso dello svolgimento della conferenza, ha voluto innescare un processo di rivitalizzazione riguardante la parte pianeggiante del colle dove accoglie la porzione più rilevante dei monumenti come il “complesso monumentale di S. Francesco sulla collina” riproponendo un progetto di ” restauro e sistemazione generale”, ipotizzato, probabilmente, verso la fine degli anni 60. Un progetto che rientrava nel più complesso risanamento del tessuto urbano della città di Paternò, in atto in quei anni sostenuto pienamente dal leader Nino Lombardo. Come si rileva dalla visione dei grafici, il progetto del professore architetto Franco Mannisi era rivolto alla creazione di un teatro all’aperto nello spazio antistante il complesso monumentale e di una sala di concerto all’interno di uno degli edifici, corredato di spazi interni per foier, bar, uffici.
“Una idea innovativa – dichiara il geometra Garifoli – che, come rilevato nel corso della stessa manifestazione, si presenta ancora valida, attuale, perchè permette di prefigurare un ottimo godimento della struttura che favorisce il riavvicinamento della collina al resto della città. Si tratta di uno studio approfondito, come sottolineato dai relatori della serata, che riporta la testimonianza reale del maestro artigiano, come il designer possa evolversi, innovarsi, per correlarsi, nella evoluzione, con l’ arte e con l’artigianato. Gli elaborati del progetto, infatti, individuano nel dettaglio tutti gli elementi costruttivi afferenti la copertura con le capriate, la soffittatura in legno, le zone del palcoscenico all’aperto e di quello interno (sala concerti), il palco dell’orchestra, le pedane, i sedili all’aperto in muratura, il particolare delle canalette di raccolta delle acque piovane, degli infissi interni ed esterni, delle bussole d’ ingresso, delle grate, delle ringhiere, delle cancellate, delle inferriate, di tutti gli elementi di arredo come le pannellature, le poltroncine, i faretti. In altre parole una rinnovata e sospirata crescita, ripartenza economica e sociale per il territorio”.
A quanto pare, la Collina storica continua ad essere solo un sogno per pochi, poiché l’invito a riparlane insieme, è stato disatteso sopratutto da parte degli amministratori ed operatori economici locali.