95047.it Poche parole. Ma precise e puntuali che spiegano bene la vicenda: “Ho estinto le rate in maniera puntuale e precisa da un anno – denuncia Nunziato Marino, titolare di un centro scommesse a Paternò – ho perso già quasi 3 mila euro perché cifra a fondo perduto, aspetto da troppo tempo che mi vengano restituiti i miei 10 mila euro lasciati come cauzione, Confcommercio dovrebbe tutelare i commercianti, invece io sono stato truffato”. In verità, la stessa Confcommercio si dichiara parte lesa della vicenda e, da tempo, ha dato mandato ai propri legali per sbrogliare le cose. Dito puntato contro l’istituto di credito Unicredit Banco di Sicilia: “Sono stati scorretti. Da mesi – spiega il numero uno di Confcommercio Sicilia, Pietro Agen – dicono di non avere liquidità per restituire le cauzioni che molti nostri associati hanno lasciato per poter avere un prestito finanziario così come da prassi ma la banca dispone di oltre 4 milioni di euro nel conto di nostro riferimento, soldi ai quali non abbiamo accesso diretto essendo un conto vincolato”.
Tuttavia, la situazione si ripercuote sulla pelle di chi prova in mezzo a mille salti mortali a portare avanti la propria attività: “Quando gli inadempienti siamo noi veniamo perseguitati – prosegue l’imprenditore Marino – Agen non si sta dimostrando all’altezza di una situazione così grave. Mi rivolgo quindi a chi sta vivendo la mia stessa situazione invitandoli a contattarmi, sperando di poter trovare insieme una soluzione e mettere fine a questa odissea. Che Confcommercio abbia problemi con Unicredit a noi poco importa, io mi sono rivolto a Confcommercio e adesso loro devono restituirmi i miei soldi”.
Come Marino, decine e decine di imprenditori del territorio, a seguito di un prestito finanziario aspettano da molto tempo i soldi lasciati come caparra cautelativa. Soldi che non sono mai tornati indietro. Ed in quello che diventa un rimbalzo di responsabilità arriva anche la contro-replica di Unicredit. “La colpa – dicono – non è assolutamente nostra”:
“Unicredit conferma la regolarità del proprio comportamento nei confronti degli associati COFIAC, che hanno onorato i loro impegni nei confronti della banca. Non siamo tenuti a restituire agli associati le cauzioni richieste dalla COFIAC: questa responsabilità è in capo al Confidi. Il blocco della restituzione delle somme vincolate sul Fondo Rischi deriva dalla necessità di una ricostruzione delle posizioni ancora garantite da quelle non più garantite, stante la decisione unilaterale dello stesso COFIAC di ritenersi liberato da tutti gli impegni nei confronti della banca, per non avere la stessa banca perseguito la clientela con azioni giudiziarie entro i 6 mesi dall’inadempimento”.