95047.it Lasciamo perdere gli aggettivi. Le parole commosse e di circostanza. Anche se, per carità, è giusto che ci stiano pure quelle. Spogliamoci dall’evanescente emozione del momento che dura giusto il tempo dello sguardo ad una foto o ad un messaggio. Dovremmo provare ad andare oltre: riavvolgendo il filmato delle nostre vite. Si può dire di conoscere bene qualcuno col quale ci si vede solo una volta ogni tanto oppure a cui non abbiamo nemmeno mai stretto la mano? Sì. A volte, meglio di coloro che ci passano di fianco ogni giorno. E molto (anzi tutto) dipende dalla persona con la quale hai a che fare.
Ieri, la cattedrale di Napoli, ha ospitato l’investitura di sette nuovi diaconi della Chiesa cattolica. Tra loro anche Fra Giuseppe Maria di Gesù. Fra Giuseppe che, ogni tanto, ci capita di incrociare per strada quando fa ritorno nella sua Paternò. I pochi che non lo conoscono è come se gli fossero amici da sempre: lo impone la sua disarmante semplicità. Quell’abbattere muri ad ogni stretta di mano o ad ogni discussione. E’ così. E’ tutto naturale o, forse, quasi fastidiosamente fuori luogo per i nostri tempi e la nostra cultura dove conta l’io e solo l’io ad imporsi sugli altri.
Poi, però, succede che incontri gli uomini veri. Li potresti incontrare da qualsiasi parte: seduti al bar, sul treno, mentre passeggiano con un cane in riva al mare, o rimangono in silenzio con uno sguardo che intende qualcosa. Noi (plurale maiestatis) abbiamo avuto la sfacciataggine di averlo conosciuto a Paternò. Già, a Paternò. Un saio ed uno stile di vita per tutta la vita: quello dell’esempio di San Francesco. La sua storia è quella dei Frati Minori Rinnovati che alla periferia di una Napoli che cerca riscatto e giustizia vivono all’interno dei vagoni della ferrovia trasformati in un rifugio di fede e accoglienza: la storia di chi lascia un posto sicuro in banca per rimettere tutto in discussione. E per rimettere anche noi stessi in discussione. Ma abbiamo detto niente aggettivi o parole di circostanza.
Fra Giuseppe Maria di Gesù: ci sono storie che insegnano il punto. La normalità (o la santità) è il premio quasi impossibile da raggiungere. E la “pattuglia” partita da Paternò ieri alla volta di Napoli per abbracciare e far festa assieme a Fra Giuseppe, la dice lunga. Ed a proposito di uomini veri, è accaduto tutto ieri nel giorno di San Francesco: quando sennò?
Un sincero abbraccio e tantissimi auguri da un lontano parente di Castel di Judica .