95047.it A quanto pare non sarebbe stata la prima volta. Il 25enne altri “avvertimenti” era stato costretto a subirli già in passato: ma questa volta si è arrivati addirittura alle pistolettate. Lo scatto dietro il bancone della pizzeria vicina e, infine, i colpi dei suoi aguzzini andati a vuoto con la fuga dei due – ora accusati di omicidio – in sella allo scooter. Paternò si interroga. Ne ha tutto il dovere. Accettare in questo modo episodi del genere è una umiliazione ulteriore.
Non ci siamo. Semplicemente non ci siamo.
Sarebbe pure il caso di riaprire gli occhi e cancellare una volta per sempre quello strato di omertà che troppo spesso ci contraddistingue. Da giovedì sera e fino a ieri mattina (ovvero, fino a quando gli inquirenti hanno divulgato la notizia) nessuno ha voluto parlare di un episodio gravissimo: quasi che la cosa dovesse passare in sordina. E se non vi fossero state le telecamere a circuito chiuso piazzate per il quartiere, probabilmente non sapremmo nemmeno chi ha agito ed in che modo.
I fatti hanno avuto esecuzione dalle parti di piazza Aldo Moro (un territorio recuperato con passione e sacrificio, nel corso degli anni, dai residneti) ma sarebbe potuto accadere da qualsiasi atra parte della città.
I due fermati, si tratta di tratta del 19enne Gaetano Laudani e del 22enne Marco Impellizzeri, ieri nel corso dell’interrogatorio davanti al magistrato, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il loro fermo è stato tramutato in arresto e si trovano in carcere con l’accusa di “tentato omicidio”. Dalle poche indiscrezioni che trapelano dagli inquirenti, il motivo dell’agguato sarebbe di natura passionale.
A vent’anni c’è, insomma, chi decide di sistemare le proprie faccende personalissime a colpi di pistola. E non è la finzione di Gomorra.
Sarebbe pure il caso, davvero, di riaprire gli occhi.