EX ASSESSORE DI PATERNÒ CONDANNATO PER MAFIA TRA ASSISTENTI DELL’EURODEPUTATO MILAZZO

L’ex assessore comunale ai servizi sociali di Paternò (Catania), Carmelo Frisenna, condannato nel 2010 a 5 anni di carcere per mafia, dopo l’arresto nel 2008, è nell’elenco degli «assistenti» al Parlamento europeo del deputato FdI Giuseppe Milazzo.

La notizia è riportata sul Fatto quotidiano. «Ho fatto una sola consulenza per Milazzo, mi ha chiamato il suo staff e ho redatto una relazione sulla siccità e i problemi idrici in Sicilia – dice Frisenna al Fatto -, non sapevo di essere sul sito Ue, mi occupo di agricoltura e presto consulenze a professionisti e società.

Ho risolto tutti i miei problemi giudiziari, è un fatto del 2008, una parentesi che si è aperta e chiusa, a me la mafia mi fa schifo».

L’ex politico venne arrestato nell’ambito dell’inchiesta denominata “Padrini”, perché ritenuto «strutturalmente e organicamente inserito nel clan» Ercolano-Santapaola e «rappresenta un avamposto dell’organizzazione all’interno dell’amministrazione” di Paternò.

Per Frisenna è in corso l’istanza di riabilitazione. «È stato un errore che ha pagato caro – spiega il suo legale, Vittorio Lo Presti – Da anni ha cambiato vita e i carabinieri per ben due volte hanno redatto relazioni positive sul suo conto. Il Tribunale ha chiesto che Frisenna risarcisse il danno al comune di Paternò, ma l’offerta che abbiamo presentato non è stata ritenuta congrua dall’amministrazione.

Abbiamo formulato una seconda proposta, stiamo attendendo l’esito del tribunale di sorveglianza di Catania».

«Apprendo sbigottito dalla stampa della presenza nello staff dell’eurodeputato siciliano Milazzo di un condannato per mafia.

Sono senza parole. Siamo in presenza di un fatto di una gravità inaudita.

Un paradosso che, se confermato, intacca ancora una volta la credibilità delle istituzioni.

La politica è sempre in prima fila nelle commemorazioni dei morti per mano mafiosa, ribadendo con fermezza la lotta alla criminalità organizzata. Risulta assurdo poi, constatare, che proprio un deputato, chiamato a servire le istituzioni a Bruxelles, scelga come collaboratore proprio un condannato per mafia.

Ma esiste in questo Paese il tema dell’opportunità? Esiste in questo Paese un tema che salvaguardi l’etica nella politica?».

Così Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione «Isole» alle elezioni europee del M5S.

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