“EVENTI DI MARZO” – Busto Regina Bianca di Navarra

Va in archivio l’ultima edizione di “Eventi di Marzo”, manifestazione organizzata con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura, la Presidenza del Consiglio e il comune di Paternò. Manifestazione ben radicata in più parti dell’Italia, e ormai ben saldata anche nel comune di Paternò. Infatti da molti anni consiglieri comunali, associazioni culturali e del volontariato locali, si prodigano ad organizzare l’evento, per focalizzare i problemi che affliggono il mondo femminile, e in modo particolare, un modo per accendere i fari sull’annoso problema della violenza sulle donne, spesso consumato tra le mura domestiche. Anche quest’anno, non è mancato il contributo dello scultore paternese Pier Manuel Maria Cartalemi, chiamato a chiudere in bellezza la manifestazione. Lo scorso 30 marzo, presso il Piccolo Teatro di Paternò, nell’ultimo appuntamento della rassegna, alla presenza delle nuove generazioni, studenti e baby sindaci, presenti anche alcuni dei candidati sindaci alle prossime elezioni amministrative. Prima dell’incontro laboratoriste e seminarile sulla tradizione dell’opera dei pupi, a cura della marionettistica dei fratelli Napoli, è stata l’insegnate Laura Bottino presidente del consiglio, ad annunciare l’evento, il dono che l’artista paternese, in nome di una donna particolare, ha fatto alla città di Paternò.

Voglio far dono alla mia città di un immagine, una mia scultura frutto di tempo e di passione. È il ritratto di Bianca di Navarra (Pamplona, 6 luglio 1387 – Santa María la Real de Nieva, 3 aprile 1441, 54 anni, a 576 anni dalla morte), sovrana di Sicilia dal 1402 al 1416. Il suo nome è particolarmente legato a quello di Paternò perché proprio dal nostro castello proclamò le “Consuetudines Terre Paternionis” l’11 Novembre 1405. – Perché ricordare le gesta di questa donna? “Bianca arrivò in Sicilia appena quindicenne, fu reggente del regno di Sicilia, e, dopo la morte del marito (1409) regina. Questa ragazza, descritta “molt bella et molt savia et endrecada (cioè istruita, addestrata a regnare) et dotata de tots virtuts”, la sua forza stava nella sua vicinanza ai cittadini. Questo ritratto, è un piccolo monumento, un riconoscimento ad una donna che si è spesa per il bene comune e dedita alla pace del suo regno”.

La scultura, 187x52x52 cm, realizzata in legno e gesso smaltati, è ornata da una corona ottagonale in ottone fuso a sabbia e fregiata con delle placche in ceramica blu e rosse come i colori sociali di Paternò. I decori della corona riportano le figure allegoriche del leone e del drago che rappresentano rispettivamente forza e sapienza, valori incarnati appieno dalla regina.

Nella colonna vi è incisa una scritta «Ki vi regia, mantenga, et guberni in bono et pacificu statu, ministrando ad omni homo, tantu granni, mediocri et infimu lu debitu di la jiusticia.» tratta dalla lettera che Bianca scrisse prima di far ritorno in Spagna augurandosi che i suoi successori avrebbero governato con saggezza e dedizione il regno di Sicilia.

“È proprio questo il messaggio che voglio lasciare a tutti coloro che per le prossime elezioni amministrative, saranno chiamati a guidare questa città. Spero davvero che gli amministratori del futuro possano ispirarsi ai sani princìpi e alle virtù che hanno caratterizzato il regno di Bianca di Navarra. A voi politici, chiedo di abbracciare la politica del dono. Forse per via mia fede cristiana penso che il vero modo per governare è donarsi, donare il proprio tempo e le proprie forze al bene di tutti. Ricordatevi che le cose davvero importanti della vita sono doni, e solo vivendoli come tali possono essere apprezzati e sostenuti. Impegnatevi per il bene comune, per il bene che fa crescere, per il bene che non si arrende mai di fronte alle avversità. Ispiratevi alla bellezza e all’armonia, bellezza contenuta nella natura non ché immagine e presenza del Divino.”

Il busto attualmente è ospitato presso la biblioteca comunale, in attesa di trovare una giusta collocazione. Un dono prezioso per la comunità paternese, con l’onore e onere di conservare la memoria per ritrovare la propria identità.