95047.it La prima cosa da fare diventerà per forza di cose quella più essenziale. Enzo Spartà è ufficialmente il nuovo presidente dell’Ipab “Salvatore Bellia” di Paternò: la nomina è arrivata con decreto regionale qualche giorno fa. Inutile dire che la prima grana da affrontare sarà immediatamente quella di far fronte – in qualche modo – al pagamento dei lavoratori che sono senza stipendio da qualcosa come 25 mensilità. Ma nelle corde del neo-presidente (che si insedierà ufficialmente venerdì mattina) c’è anche la volontà di reintendere in un modo nuovo la struttura dell’Ipab.
Commissario straordinario nel 2014 dell’Ipab “Marianna Magrì” di Belpasso, per Spartà ed il Cda sarà tutt’altro che semplice.
Presidente, la situazione la conosciamo: come si rimedia?
“In linea generale la situazione dell’ipab di Paternò non è, purtroppo, diversa da tante altre. A Castellamare del Golfo, ad esempio, non pagano addirittura da 5 anni di stipendi. Ma noi non dobbiamo guardare agli altri.
Qui a Paternò ci sono stati troppi contenziosi. Il problema grosso è quello di riuscire di incrementare il numero degli utenti e dunque dei servizi”.
E, dunque, come si interviene?
“Dobbiamo rimettere immediatamente in moto l’Ipab per far calmierare i prezzi e per dare la possibilità alle famiglie del territorio di trovare un luogo che sia un punto di riferimento. C’è da lavorare e da crederci”.
Insomma, rilanciare la struttura.
“Oggi la struttura potrebbe ospitare fino a sessanta ospiti ma dobbiamo arrivare a garantire sempre questi numeri. Ed allora questo incremento come può avvenire? Creando eventi e mettendo la struttura nelle condizioni di creare i presupposti per convenzioni che possono portarsi avanti anche grazie ai tanti locali che si trovano nello stabile. Penso ad accordi bilaterali che possano andare solo a vantaggio dell’Ipab”.
Tutto questo sinora perchè non è stato fatto?
“Il consiglio d’amministrazione in carica mi risulta che abbia lavorato nell’interesse degli utenti. Ma ora bisogna unire ancora di più le forze per promuovere al meglio la struttura. Siamo in regola con qualsiasi parametro e messa a norma: dobbiamo sfruttare al massimo tutte queste risorse. Ma, economicamente, dalla Regione al Comune, ognuno deve fare la sua parte”.
Resta il nodo più grosso: quello dei lavoratori che sono senza stipendio.
“L’Ipab di Paternò dev’essere rivalutato e deve, ripeto, aumentare la propria attività. Tutto questo non possiamo farlo a discapito dei lavoratori. L’Ipab, aggiungo, può anche diventare un presidio medico di primo livello.
Personalmente, prenderò in mano il problema degli stipendi dei dipendenti: se ci sarà la possibilità di richiedere un contributo straordinario alla Regione, non mi tirerò indietro. La situazione è tutt’altro che facile”.
Si sente addosso la responsabilità per il presente e l’immediato futuro dell’Ipab?
“Mi sento una responsabilità addosso, così come tutto il Cda. Occorre capire perchè si è arrivati a questo punto. Tuttavia, vorrei che si focalizzasse bene un concetto: solo con l’aumentare le presenze degli ospiti possiamo rilanciare la struttura”.
Una vita di commissariamenti hanno depredato l’ente, con sprechi, spese ed assunzioni fuori controllo. L’Ipab, è in un punto di “non ritorno”. Cosa mai potrà fare il nuovo presidente ? 25 mensilità sono 1 o 2 milioni di euro, penso. 60 rette forse non coprono neanche i costi del personale.
Forse l’Ipab può gestire altri servizi, come la mensa sociale di Mauro, ecc.
Sarà persona competente, ma penso a nessuno piacerebbe trovarsi nei suoi panni a dirigere questa struttura, per cui in bocca al lupo. Altra situazione storicamente incasinata quella dell’IPAB “Bellia”, creata come al solito dalla malapolitica cittadina.