95047.it “Noi possiamo solo innalzare l’attenzione sull’argomento e mettere in campo tutte le strategie per ottenere fondi: lo Stato, dal 2014, sta proponendo una serie di finanziamenti per la messa in sicurezza sulla vulnerabilità degli edifici, sulla protezione civile, sui mutui agevolati, su Protocollo di Kyoto: ma ci vogliono gli uffici comunali dove ci sia il personale per portare avanti questi interventi. Perchè se un ingegnere a capo di un ufficio si trova da solo, non può fare nulla”. La questione resta seria. E riguarda tanto gli edifici pubblici, in primis le scuole, quanto gli stabili privati. Le parole di Nanni Saccone, ingegnere-responsabile sicurezza “Rete Scuola Sicura” più che un monito costituiscono un appello accorato a dirigenti scolastici e sindaci e sono giunte nel corso di un incontro stato allestito all’auditorium Don Milani: moderato dalla collega Mary Sottile ed al quale erano presenti i rappresentanti delle scuole paternesi nonché le autorità civili e militari del territorio.
“La sicurezza tra scuola ed enti pubblici”, il titolo di un appuntamento che ha toccato il nervo scoperto della sicurezza degli edifici pubblici: “La situazione di Paternò rappresenta una statistica media della Sicilia – prosegue Saccone –: la criticità maggiore resta quella di ottenere le certificazioni per la prevenzione incendi. L’agibilità degli edifici scolastici è poco al di sotto del 50% mentre i certificati anti-incendio vanno al 20%-25%: significa che solo un edificio su quattro ha la certificazione in regola.
Tutti gli interventi che devono essere messi in campo riguardano la vulnerabilità sismica degli edifici. Molti edifici sono anteriori alla legge anti-sisma del 1976: ma questo non significa che non risponda a canoni di resistenza sismica. Ci sono, ad esempio, edifici costruiti negli anni quaranta e cinquanta a muratura portante che hanno una sicurezza maggiore rispetto ad una struttura in cemento armato del 1996: però devono essere opportunamente valutati da noi ingegneri”.