95047.it Rieccola, ancora una volta, la Fiera di Settembre. Nata circa un settantennio or sono come fiera dell’acquisto e dello scambio tra animali da parte dei proprietari, poi arricchita con commercio di legumi, sciroppi, gazzose e bancarelle (a fini commerciali) di vestiti: tra queste anche oggetti regalo per i bambini e, più in generale, articoli legati alla cultura contadina. Dagli anni sessanta in poi la Fiera si è arricchita di tipologie man mano più moderne ed attuali tralasciando quella degli animali. Quest’ultima rimase alla periferia sud della città, in prossimità di Contrada Ciappe Bianche in prossimità del rifornimento della Esso. In questo sito vi era, tra l’altro, un grosso abbeveratoio che attualmente è in disuso, abbandonato e vandalizzato.
Dalla fine degli anni settanta, la Fiera “si è spostata”, ad eccezione di quale edizione, alla villa comunale Moncada. E’ discutibile se la Fiera sia stata un successo commerciale e di partecipazione: di sicuro, ha rappresentato una possibilità per qualche artigiano e commerciante. Tuttavia, c’è da chiedersi dell’opportunità di vivere questo appuntamento solo all’interno del parco comunale Moncada, curato poco negli ultimi decenni non solo nelle vie interne ma anche in quella che era la vasca delle papere, nella bambinopoli e nello spiazzo del palco. Soprattutto, non è stato curato nel verde. Pochi sanno che nella nostra Villa vi sono delle piante di particolare pregio, decisamente uniche. Ed il contemporaneo afflusso indiscriminato di pubblico ha certamente contribuito a peggiorarne lo stato.
E, allora, è possibile pensare ad una Fiera diversa? Alcune idee. Intanto, il parco dovrebbe essere destinato soltanto ad attività culturali con concerti, sfilate e dibattiti: contenendo al massimo le bancarelle che dovrebbero essere destinate solo ai bambini. All’interno del parco dovrebbero prevedersi attività artigianali (sartorie, prodotti locali, e così via). Tutte le altre attività commerciali dovrebbero tenersi in contemporanea in altri spazi (viale del Platani, piazza Balatelle, piazza Vittorio Veneto) dove dovrebbero trovare posto bancarelle di diversa tipologia. Sempre in contemporanea in altre piazze (ad esempio, piazza Umberto, ex mercato ortofrutticolo) si potrebbero tenere balli di gruppo a cura di diverse associazioni. E, perchè no, anche il tango (così com’è stato già proposto con successo in altri Comuni). La via principale tra i Quattro Canti e le Palme dalle ore 18 in poi potrebbe ospitare artisti di strada e bancarelle.
Tutto questo farebbe sì che la Fiera possa essere vissuta in contemporanea in tutta la città durante il suo periodo ma, soprattutto, eliminerebbe l’occupazione indiscriminata, ed il flusso continuo, nella nostra Villa: che resterebbe un luogo destinato più alla cultura ed ai bambini.
Una gran bella idea, quella esposta dal geologo caruso.
Sottrarre la villa ad un uso indiscriminato e prevalentemente commerciale e nel contempo interessare tutto il tessuto urbano, costituirebbe una ventata di novità.
Un risveglio tanto agognato ma forse neanche voluto realmente.