E’ morto Salvatore Ligresti. Aveva 86 anni, il decesso al San Raffaele di Milano.
Fondatore e punto di riferimento del gruppo Fonsai, era malato da tempo. Le sue condizioni negli ultimi mesi erano drasticamente peggiorate.
È nato a Paternò, il 13 marzo 1932, da una famiglia di agiati commercianti, ha un fratello minore Antonino, medico cardiologo e imprenditore. Ha studiato Ingegneria prima a Palermo poi a Padova.
Giunse a Milano per prestare servizio militare nell’Aeronautica
Congedato decise di stabilirsi nel capoluogo lombardo e aprì uno studio di progettazione[.
Nel 1966 sposò Antonietta Susini, detta Bambi, figlia del provveditore alle Opere pubbliche della Lombardia, Alfio Susini.
Dal matrimonio nacquero tre figli: Giulia Maria, Gioacchino Paolo e Jonella.
Ligresti è stato uno dei protagonisti dell’Italia del boom economico poi diventata l’Italia legata alla grande finanza, in particolare quella milanese. Nato a Paternò, in provincia di Catania, accrebbe la sua fortuna economica a Milano negli anni del boom dell’ediliziatra i Settanta e gli Ottanta reinvestendo i proventi delle attività di costruzioni in partecipazioni societarie di importanti aziende, da Pirelli a Gemina, sa Sai a Mediobanca, grazie anche ai suoi rapporti con Enrico Cuccia.
Protagonista dello scandalo delle cosiddette ‘Aree d’oro’ nel 1986, nel 1992 don Salvatore, come era soprannominato, venne arrestato nell’ambito dello scandalo di Tangentopoli, accusato di corruzione per aggiudicarsi gli appalti per la costruzione della metropolitana di Milano e delle Ferrovie Nord. Nel carcere di San Vittore scontò 4 mesi. La condanna definitiva del 1997 comportò la perdita dei requisiti di onorabilità richiesti per ricoprire incarichi in Premafin e Fondiaria-Sai.
Nel 2012 viene aperta un’indagine su Ligresti per il reato di aggiotaggio in relazione a due trust esteri titolari del 20% di Premafin, riconducibili a lui; un secondo filone d’inchiesta riguarda la bancarotta delle holding immobiliari di famiglia.
Il 17 luglio 2013 Ligresti viene arrestato dalla Guardia di Finanza su ordine della Procura di Torino per il reato di falso in bilancio e manipolazione di mercato.
La magistratura ritiene che Ligresti, ai domiciliari a causa dell’età avanzata, abbia nascosto l’ammanco di 600 milioni di euro nel bilancio della compagnia assicurativa con 253 milioni di presunti dividendi ritenuti illeciti e distribuiti tra i componenti della sua famiglia.
La ricostruzione del crac Fonsai fatta dalla procura di Torino è confermata dalla sentenza di primo grado del tribunale, che ad ottobre del 2016 condanna Ligresti a 6 anni per falso in bilancio.
Altra sentenza di primo grado riguarda la vicenda Premafin: a fine novembre 2017 il Tribunale di Milano condanna l’imprenditore siciliano a 5 anni per aggiotaggio.