95047.it Tre anni di attività costante nel territorio, tre anni di impegno, tre anni di lotta al racket e al pizzo. “Libera impresa” l’associazione anti-racket ed anti-usura celebra il suo terzo anniversario di attività costante sul territorio alle pendici dell’Etna e lo fa scegliendo la sede dell’ex Tribunale di Paternò con un incontro-dibattito che ha visto come tema portante del pomeriggio di oggi “Denunciare conviene”. Si è discusso dell’attività dell’associazione svolta nel corso dei tre anni, dei risultati giudiziari ma anche del ruolo della politica.
A fare gli onori di casa è stato il presidente dell’associazione Rosario Cunsolo il quale ha espresso soddisfazione per l’operato sinora svolto e alla nostra domanda: “Quanto il vostro operato ha fatto paura in questi anni al malaffare?”. Ha risposto: “Tanti sono adesso in carcere e tanti ce ne arriveranno presto, stiamo cercando di pulire il territorio se ce la facciamo”. Soddisfazione ha inoltre espresso per la prima sede inaugurata ad Aci Catena e per le neo sedi di Biancavilla ed Adrano, “attende” una possibile richiesta da parte del Comune di Paternò per potere avviare una collaborazione.
Presenti tra le Forze dell’ordine i rappresentanti dei carabinieri della locale Compagnia, della Guardia di finanza, dei Vigili urbani così come i sindaci dei comuni di Biancavilla (Giuseppe Glorioso) Adrano (Giuseppe Ferrante) e Aci Catena (Ascenzio Maesano). Per Paternò erano presenti gli assessori Salvatore Galatà e Alfredo Minutolo.
“Denunciare significa scegliere. Stare dalla parte dello Stato – così commenta il presidente della commissione regionale antimafia Nello Musumeci presente all’incontro – significa fare terra bruciata alla mafia e ai mafiosi, ma noi dobbiamo chiederci perché la denuncia non è ancora una prassi contaminante? Perché a Paternò, dove il fenomeno dell’usura e del racket è purtroppo ancora diffuso, la denuncia rimane ancora a livelli molto bassi? Da un lato il volontariato, l’associazionismo fanno tanto dall’altro gli imprenditori, destinatari di richieste estorsive, devono convincersi che bisogna uscire dal tunnel e bisogna trovare la voglia della libertà”
Insieme a Musumeci al tavolo dei relatori era presente anche il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catania, Alessandra Tasciotti: “Lo stato sta vicino alla vittime del pizzo attraverso l’attività costante delle forze dell’ordine che sono sempre un riferimento per chi si avvicina agli organismi giudiziari tramite le denunce e poi certamente tramite il sostegno dato dai fondi di solidarietà, il sostegno privato poi è quello delle associazioni antiracket che è importante, vengono fatte molte indagini grazie al sostegno che queste associazioni danno alle persone che denunciano, unitamente alle Forze dell’ordine”.
Abbiamo sentito anche il componente della commissione nazionale antimafia, il senatore Salvo Torrisi: “Tutti questi incontri hanno un significato molto importante perché servono a creare una condizione culturale nelle comunità. La lotta alla mafia si vince attraverso una giusta collaborazione tra le associazioni antiracket che hanno un ruolo importante di assistenza rispetto agli imprenditori, artigiani e commercianti che hanno volontà di ribellarsi e le associazioni di categoria. Le istituzioni – conclude Torrisi – debbono fare in modo che si realizzi un contesto normativo che favorisca sempre di più la reazione, la ribellione dei soggetti offesi”.