95047.it La battuta verrebbe facile. Automatica e spontanea: “Non si viene lasciati in pace nemmeno da morti”. Eppure, l’ironia è bene stopparla. Perchè scopre l’aspetto grottesco di un sistema ormai in tilt. In cortocircuito. E così, può accadere che ad una signora paternese che – purtroppo – ormai non c’è più da ben 13 anni, gli agenti delle tasse continuino a chiedere denaro. Ed, allora, ecco facile la battuta. Ma da scherzare resta ben poco. A nulla sono valse le continue precisazioni da parte dei parenti: “La signora non c’è più. E’ deceduta”. Tutto chiaro? Macché. La risposta è stato l’invio dell’ennesima lettera raccomandata (il consueto metodo postale e solenne per certificare l’importanza della tassazione) nella quale vengono chiesti di pagare 129 euro a favore del Comune di Paternò per una rata della tassa spazzatura ed altri 172 di euro legati all’Irpef. Totale di 301 belli eurini.
Morale: è chiaro che la signora non potrà pagare. Semplicemente perché non c’è più. Ed anche se il certificato di morte esibito dai parenti non è servito a nulla, gli esattori se ne dovranno fare una ragione.
Ma quello che più stona, che più stride con ciò che è l’esatto opposto della efficienza è l’impressione che, sul serio, vi sia un sistema disumano e totalmente per i fatti suoi. Chiaro, che per qualsiasi cittadino diventa orrendo pensare di continuare ad avere fiducia nell’apparato istituzionale di qualsiasi ordine.
“La informiamo che, nell’ipotesi di temporanea situazione di obiettiva difficoltà è possibile presentare, all’Agente della Riscossione, domanda di rateizzazione fino a un massimo di 120 rate mensili”, sta scritto tra le opzioni di dilazione di pagamento contenute nella raccomandata. Già, addirittura la rateizzazione. Appena tredici anni dopo essere morti. Che bella invenzione le tasse.
Il commento del tuttologo che sa tutto lui non manca mai. Basterebbe solo aggiornare le anagrafiche.
Magari i parenti hanno evitato di presentare successione e voltura catastale per non pagare le tasse sull’immobile e pertanto la tares continua ad arrivare ancora all’intestataria, anche se defunta…
Dovrebbe pagare il funzionario disattento, e dopo licenziarlo dalla pubblica amministrazione.