
C’è una vera e propria scia di furti dietro l’operazione che l’11 aprile 2025 ha portato all’esecuzione di quattro misure cautelari, frutto di articolate indagini coordinate dalla Procura Distrettuale di Catania. I Carabinieri della Compagnia di Gravina di Catania hanno infatti dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal Gip etneo, nei confronti di quattro persone ritenute gravemente indiziate – in concorso – di numerosi reati contro il patrimonio, sia consumati che tentati.
L’inchiesta, condotta dalla Sezione Operativa dei Carabinieri di Gravina tra marzo e settembre 2024, ha fatto luce su un gruppo criminale attivo in diversi comuni dell’hinterland catanese, tra cui Belpasso, Gravina, San Giovanni la Punta, San Pietro Clarenza, Mascalucia, Trecastagni, Aci Sant’Antonio e Motta Sant’Anastasia. Secondo gli inquirenti, i soggetti si sarebbero resi responsabili di furti in abitazione, furti d’auto e attività di ricettazione, operando indistintamente sia di giorno che di notte.
L’indagine ha preso avvio da un tentato furto in un garage a Belpasso, in cui il principale indagato – Roberto Caponetto, 42 anni – avrebbe cercato di forzare l’ingresso con una tenaglia, rinunciando solo dopo essersi accorto della presenza di telecamere. In un maldestro tentativo di eludere la videosorveglianza, si sarebbe arrampicato su una grondaia per deviarne il raggio d’azione.
Pochi giorni dopo, un episodio simile si è verificato a San Giovanni la Punta, dove Caponetto si sarebbe introdotto in un’abitazione forzando una finestra, insieme al presunto complice Biagio Luca Capone, 35 anni, che avrebbe svolto il ruolo di “palo”. Il colpo non sarebbe andato a segno per il passaggio continuo di persone in strada. Le immagini di videosorveglianza di una casa vicina hanno consentito agli investigatori di identificare chiaramente sia i volti che la targa del veicolo usato per la fuga.
Caponetto è gravemente indiziato anche di altri episodi, tra cui un tentato furto a Gravina (maggio 2024), un colpo riuscito a San Pietro Clarenza con il furto di una bicicletta da 400 euro, e un furto a Mascalucia in cui, dopo aver scavalcato il muretto di recinzione di una villetta, avrebbe sottratto beni per circa 600 euro. Un ulteriore episodio si è verificato a Trecastagni, con il furto di strumenti da lavoro e altri oggetti.
Nel frattempo, Capone – dopo l’arresto di Caponetto per altra causa nel maggio 2024 – avrebbe continuato l’attività criminale, coinvolgendo Francesco Provenzano, 31 anni. I due avrebbero tentato un furto a luglio in un’abitazione di Aci Sant’Antonio, sventato dalla vittima che ha messo in fuga i ladri dopo aver udito dei rumori sospetti.
Ma l’attività della banda non si limitava alle abitazioni. Capone, in concorso con Alessandro Gino Costantino, 47 anni, è accusato di aver detenuto una Citroen C3 rubata e nascosta in una zona isolata di San Giovanni La Punta. L’auto, rubata nell’ottobre 2023, è stata recuperata e restituita al proprietario. Sempre Capone, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe rubato una Fiat Bravo a Motta Sant’Anastasia, poi ritrovata nel quartiere catanese di Librino.
Nel complesso, sono stati contestati agli indagati: 3 furti in abitazione, 4 tentati furti, 1 furto d’auto e 1 episodio di ricettazione, per un bottino complessivo di alcune migliaia di euro.
Chiara la modalità d’azione: accurati sopralluoghi, identificazione dell’abitazione più vulnerabile (spesso con accesso facilitato tramite balconi), e irruzione dopo l’effrazione degli infissi.
Su richiesta della Procura, il Gip ha disposto le seguenti misure:
Custodia cautelare in carcere per:
- Roberto Caponetto, 42 anni
- Biagio Luca Capone, 35 anni
Arresti domiciliari con braccialetto elettronico per:
Francesco Provenzano, 31 anni
Alessandro Gino Costantino, 47 anni
L’attività investigativa ha permesso di ricostruire un inquietante quadro di criminalità seriale, smantellando un sodalizio che da mesi seminava insicurezza in diverse zone della provincia etnea.