Le prime settimane del 2023 hanno fatto registrare due prelievi di organi nell’Ospedale Cannizzaro di Catania, da parte di pazienti che avevano espresso in vita la loro volontà. In entrambi i casi nelle operazioni di prelievo sono intervenute équipe specializzate anche di altre aziende del Servizio Sanitario regionale e nazionale.
L’ultimo prelievo è di pochi giorni fa e ha riguardato cuore, fegato, reni e cornee; qualche settimana prima, erano stati donati fegato, reni e cornee. Significativo anche un terzo caso di donazione che però non ha avuto l’esito del trapianto: si tratta di una persona, giunta in ospedale a seguito di un trauma, a sua volta trapiantata da oltre 15 anni. Anche per la storia vissuta, i familiari avevano espresso il consenso alla donazione degli organi, ma la successiva fase di valutazione non ha potuto portare al prelievo.
In ogni caso, è confortante l’inizio del 2023, dopo che il 2022 si era chiuso con risultati positivi: 8 osservazioni eseguite, con 6 donazioni effettivamente portate a compimento (oltre a 2 prelievi di tessuti da cadavere), come documentato dall’équipe di Anestesia e Rianimazione, in particolare dal direttore della struttura complessa dott. Savino Borraccino, dal coordinatore locale trapianti dott.ssa Antonella Mo, dal coordinatore infermieristico Matteo Sortino.
“Il report annuale 2022 stilato dal Centro Nazionale Trapianti e di recente presentato dal ministro della Salute Orazio Schillaci – dice il dott. Salvatore Giuffrida, commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro – mostra una crescita delle donazioni in Italia. In Sicilia molto resta da fare, soprattutto in termini di sensibilizzazione, e la nostra Azienda è impegnata in tal senso, in raccordo con il Centro Regionale Trapianti. In ogni caso, è un dato incoraggiante, in linea con la nostra realtà ospedaliera, che rende merito alle scelte di altruismo e coraggio operate da tante famiglie in momenti di sofferenza: ringrazio di cuore – conclude Giuffrida – tutte le persone che contribuiscono a trasformare un evento doloroso in un momento di speranza, dai familiari al personale sanitario impegnato nelle attività di donazione”.