È Carmelo Corso, 57 anni, l’operaio catanese coinvolto nell’esplosione avvenuta ieri a Calenzano, in provincia di Firenze, in un deposito di carburante dell’Eni. Nella tarda mattinata è stato trovato anche il corpo dell’ultima persona data per dispersa.
Le vittime salgono così a 5. Altre ventisei persone sono rimaste ferite, due delle quali gravemente ustionate.
Carmelo Corso, sino a stamane inserito nel novero dei dispersi, era entrato nel deposito Eni quattro minuti prima che avvenisse l’esplosione: il suo ingresso è stato registrato alle 10,16 e 20 secondi. Corso viveva a Calenzano: in passato aveva fatto la guardia giurata a Eni.
Autista della Rat – Raggruppamento Autotrasportatori Toscani – viene ricordato dai colleghi come un lavoratore molto esperto. Gli altri nominativi dei ‘visitatori’ protocollati all’ingresso del sito Eni ieri e di cui non si sono avute più notizie sono Davide Baronti, 49 anni, autista nato ad Angera (Novara), residente in Toscana e due lucani di 46 anni, Gerardo Pepe e Fabio Cirielli. In mattinata sono riprese le ricerche. A sovrintendere le operazioni i tre consulenti incaricati dalla procura di Prato che indaga su quanto avvenuto e che ha aperto un’inchiesta “per appurare eventuali responsabilità”.
Alcuni testimoni che erano sul posto vengono ascoltati in queste ore. La pioggia che sta cadendo non facilita comunque l’intervento nell’area di carico del deposito Eni dove è avvenuta prima la fortissima deflagrazione, avvertita fino a Pistoia, e dove poi si sono scatenate le fiamme.
Il corpo di Vincenzo Martinelli, autotrasportatore residente a Prato e originario di Napoli, è stato il primo identificato mentre per gli altri servirà l’esame del Dna.
Le vittime sono tutti camionisti che con le loto autobotti erano nello stabilimento per fare rifornimento: una perdita di benzina, o forse la fuoriuscita di vapori, hanno provocato lo scoppio che ha fatto saltare in aria gli autocarri, incendiando la pensilina dell’intera struttura e facendo crollare parte dell’edificio del centro direzionale adiacente.
L’incidente ha messo in pericolo migliaia di persone, a partire dagli abitanti della zona di Calenzano, arteria del bacino industriale della piana fiorentina, ma anche il tratto della vicina autostrada A1, chiusa in quel tratto per ore in entrambe le direzioni così come è stata sospesa la circolazione ferroviaria di alcune linee. Il dipartimento della Protezione civile ha attivato un alert per un raggio di cinque chilometri chiedendo di “tenere chiuse le finestre e di non avvicinarsi alla zona”.
Per il forte odore dovuto alla combustione di idrocarburi nell’area sono state anche distribuite mascherine.