
Giorno 16 maggio è un giorno da ricordare: la Bundesliga, il campionato di calcio tedesco, è il primo top campionato europeo a riprendere dopo lo stop imposto dall’emergenza coronavirus.
Per un appassionato di sport, e di calcio nello specifico, l’emozione è tangibile ma le immagini al quale si è assistito sono davvero inusuali, quasi surreali.
Stadi completamente vuoti; le due squadre che entrano in campo senza stringersi la mano; le prime file degli spalti occupate dalle due panchine per permettere il distanziamento sociale; i membri dello staff e i giocatori di riserva rigorosamente con la mascherina; una scaletta utilizzata solitamente per far scendere i passeggeri degli aerei usata come tunnel per rientrare negli spogliatoi. Anche i calciatori scesi in campo davano l’impressione di doversi ancora abituare al nuovo “Calcio 2.0”.
E quando Haaland, il gioiellino del Borussia Dortmund, realizza il primo goal di questa nuova era calcistica, la sua esultanza a distanza, senza abbracci e strette di mano, è l’immagine che più impressiona: un mix di nostalgia, novità ma anche di speranza. Questo assaggio di calcio, che tanto è mancato a tutti gli appassionati, probabilmente ci servirà a relazionarci in modo totalmente diverso a questo sport. Siamo abituati a conoscerlo come uno sport di aggregazione, di emozioni, di contatto. Ma nel futuro prossimo ciò non sarà possibile e sarà necessario adottare tutte le precauzioni per garantire l’incolumità di calciatori e addetti ai lavori.
Le novità che da oggi abbiamo imparato a conoscere ci accompagneranno per tanto tempo e dovremo abituarci, ma tornare ad assistere ad una partita di calcio dopo tutto questo tempo è una piccolo passo verso il ritorno alla normalità a cui tutti auspichiamo. In attesa che ricominci anche il campionato italiano e si torni a sostenere i propri beniamini, possiamo dire, con un pizzico di emozione:
BENTORNATO CALCIO!
Gianluca Ruffino