95047.it “Beni culturali & Impresa” è il titolo del progetto pluriennale che quest’anno vede impegnati gli alunni del primo biennio dell’istituto Tecnico Economico “G. Russo” di Paternò diretto dal dirigente scolastico Concetta Centamore. L’iniziativa, coordinata dalla referente ai Beni Culturali, Carmela Ligresti, si svolge in sinergia con la Soprintendenza ai Beni culturali e Identità Siciliana – dell’archeologo Michela Ursino -, con la Presidenza Regionale dell’Associazione SiciliAntica rappresentata dal Responsabile Regionale Giovani dell’Associazione Giuseppe Barbagiovanni, con il Comune di Paternò, nelle persone del sindaco Mauro Mangano, dell’assessore Valentina Campisano. Il progetto si propone di realizzare un percorso formativo che accompagni gli alunni, dalla prima alla quinta classe dell’Istituto, verso una conoscenza più approfondita e concreta delle radici storiche, al fine di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale ed ambientale, nel rispetto delle leggi.
Quest’anno le attività inizieranno in maniera singolare, visto l’improvviso risveglio delle Salinelle dei Cappuccini a Paternò.
Giovedì 18, alle 9 in punto, 250 ragazzi del biennio dell’Istituto, accompagnati dai loro docenti, si recheranno presso la collina di San Marco per un’escursione molto particolare, guidati dal Presidente Mimmo Chisari e dai soci della locale sede di SiciliAntica.
Gli studenti, armati di scarponi, zaini e macchine fotografiche, visiteranno i luoghi che destarono stupore già dalla metà del XVIII secolo, così come risulta dalla preziosa testimonianza del viaggiatore francese Jean Houel, il quale, visitando l’area, scrisse: “Le sorgenti sono molto più ricche di acqua d’estate che di inverno e sempre durante questo periodo esse depositano una maggiore quantità di sale, questo è così abbondante che gli abitanti lo raccolgono…” e proseguendo nelle sue annotazioni, si meraviglia come “tante acque abbiano acquisito qualità diverse e come un terreno così limitato possa racchiudere elementi tanto differenti come gesso, alabastro, bitume, sale, ferro, argilla e zolfo…le persone che abitano nei pressi di queste sorgenti mi hanno assicurato che le loro acque hanno qualità particolari per la tintura e che essi le impegnano per questo”.
Nel volume “Il Museo Gaetano Savasta e le aree archeologiche del territorio di Paternò”, Laura Maniscalco afferma che la facilità di accesso a risorse importanti come il sale, l’acqua calda e l’argilla, probabilmente furono la motivazione per la scelta di questo sito come insediamento antropologico fin dal neolitico ed è la ragione per cui questa zona è stata frequentata per millenni dalla comunità indigena.
Il tour culturale partirà dal museo “Gaetano Savasta” sezione etnoantropologica: le attività vedranno la partecipazione delle “Piccole Guide Marconine”, giovanissimi studenti delle classi terze di scuola secondaria di I grado dell’istituto “Marconi” di Paternò. Successivamente essi si sposteranno presso la Fonte Maimonide, caratterizzata per l’incessante “ebollizione” dell’acqua dovuta all’abbondante presenza di anidride carbonica in forma gassosa libera e al contenuto di minerali composti del ferro e del magnesio che, precipitando, danno origine a sedimenti giallo-rossastri. Da ciò deriva l’appellativo di “acqua grassa”. Visiteranno poi un’altra sorgente, questa volta di acqua potabile, detta “Monafria” collegata alla “Luppinarè”.
Si passerà poi alla visita delle ultime sorgenti, questa volta di acqua fangosa, le così dette “salinelle dei Cappuccini”. Nell’articolo scientifico “I vulcani di fango di Paternò e Belpasso, sul basso versante sud-occidentale etneo”, gli autori Pietro Carveni e Santo Benfatto scrivono: “si tratta di edifici troncoconici con cratere centrale o delle cavità sub-circolari, originati dall’esistenza nel sottosuolo di gas naturali sotto pressione, che tendono a sfuggire attraverso rocce permeabili e/o discontinuità litologiche e/o strutturali, trascinando nel loro movimento fango, frammenti litici e idrocarburi. La genesi dei fanghi è da attribuire al passaggio di acqua attraverso formazioni argillose, con conseguente stemperatura delle argille; a seconda della densità, possono formarsi edifici a tronco di cono dalle pendici più o meno inclinate, colate di fango o depressioni subcircolari. Le acque, spesso ipersaline, danno luogo a incrostazioni di sali, da cui il toponimo di salinelle o salse che viene utilizzato in alcune località interessate da tali fenomeni”.
Ultimo sito che sarà visitato dai ragazzi è l’area archeologica della collinetta di San Marco, dove – passeggiando su un tappeto di cocci archeologici – i giovani potranno osservare il sito preistorico oggetto di una serie di importanti scavi condotti dalla Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Catania, che hanno permesso di identificare un insediamento preistorico – purtroppo in parte distrutto da sbancamenti operati pochi anni orsono – con strutture comprese tra l’età neolitica e l’età del bronzo.
Inoltre, grazie alla gentile concessione dei proprietari D’Amore, nell’area archeologica gli studenti avranno l’opportunità di visitare il sito dell’antico edificio termale datato tra il I e II sec. d.C., scoperto sulla sommità del promontorio della collina. L’APAS di Paternò contribuirà, attraverso i propri volontari, alla sicurezza e all’assistenza sanitaria degli studenti impegnati nel percorso, mettendo anche a disposizione mezzi e attrezzature per gli allievi con difficoltà di deambulazione.