95047.it La nota inviata dall’Associazione antiracket e antiusura “Alfredo Agosta”, a firma del presidente Ludovico Lizzio. La questione è quella relativa alla convocazione – da parte dell’amministrazione comunale – del tavolo sulla sicurezza: a quanto sembra, né l’associazione dei commercianti, né i rappresentanti dell’antiracket sarebbero stati invitati.
“Apprendiamo con preoccupazione la dichiarazione dell’assessore allo Sviluppo economico del comune di Paternò Agostino Borzì, in merito alla non presenza della nostra associazione antiracket e antiusura alla manifestazione del 23 maggio scorso. Lo stesso assessore alla stampa aveva infatti dichiarato: «Il 23 maggio scorso, al termine del corteo, le associazioni che hanno partecipato alla manifestazione si sono date appuntamento proprio per aderire al tavolo. Coloro che erano assenti al corteo lo erano di conseguenza anche all’incontro». Come Associazione Antiracket e Antiusura riteniamo queste dichiarazioni pericolose, fuori luogo e soprattutto lesive del principio democratico della partecipazione.
Riteniamo, infatti, ancora oggi la “camminata” per le vie del centro una mera passerella propagandistica e insufficiente a risolvere nell’immediato il vero problema che permane nella città di Paternò, ovvero la necessità di ripristinare un maggior senso di legalità e sicurezza tra i cittadini e soprattutto tra gli operatori commerciali. Non è camminando sotto i riflettori dei mass media, che si risolvono i problemi della città, ecco perché abbiamo ribadito la nostra contrarietà alla marcia per le vie cittadine. Confermiamo, invece, la nostra piena disponibilità a partecipare ad un tavolo operativo che, lontano dai riflettori mediatici e propagandistici, possa dare alla città di Paternò le giuste soluzioni condivise e partecipate, al fine di trovare insieme gli strumenti adeguati a riportare in città un clima di serenità e soprattutto di legalità. Le dichiarazioni dell’assessore Borzì, rievocano e dimostrano, a nostro parere, un atteggiamento di prepotente esclusione totale verso chi non aderisce in pieno al pensiero o alle iniziative dell’attuale amministrazione comunale. Tutto ciò ci preoccupa maggiormente perché si percepisce nell’assessore Borzì un atteggiamento quasi totalitaristico.
Se questo intende essere il modus operandi dell’amministrazione, allora riteniamo che il Sindaco dovrà rivedere la posizione dell’assessore Borzì anche in seno alla giunta comunale. Non possiamo accettare atteggiamenti simili lesivi del principio della partecipazione democratica alla vita della città, da chi è chiamato invece ad essere il volano dello sviluppo economico di un comparto oramai in ginocchio”.