Agrumicoltori in ginocchio, dopo l’Imu agricola l’altra mazzata: quella sul Consorzio di bonifica

95047.it La stangata per gli agricoltori della Piana di Catania, e dunque per gli innumerevoli commercianti e imprenditori agricoli paternesi, sta per arrivare. E la mazzata dell’Imu agricola è solo una parte della faccenda: l’imposta costruita ad arte dal governo nazionale produrrà i suoi effetti nel giro di qualche settimana. Entro il 30 giugno, infatti, gli agricoltori dovranno pagare la prima e più sostanziosa tranche della tassa: una ingiustizia sociale senza precedenti che rischia di spedire irreversibilmente al collasso centinaia di famiglie che di agricoltura ci vivono. “Non ho alcuna intenzione di pagarla, anche perché devo scegliere se chiudere baracca oppure regalare i miei soldi allo Stato – ci dice Salvatore R., piccolo commerciante agrumicolo di Paternò -: in quasi quarant’anni d’attività non mi era mai capitato di essere vicino al fallimento come in questo momento. E lo Stato viene a chiedermi ancora soldi? Mi chiedo chi è che dovrebbe difendere il lavoro di noi lavoratori e cittadini: ormai, serviamo solo per pagare le tasse”. In questo contesto, andrebbe poi compreso se i Comuni – incluso quello paternese – siano attrezzati per recuperare il pagamento dell’Imu agricola visto che compete proprio ai municipi rastrellare i soldi dell’imposta. Ma questa è un’altra storia.

Storia diversa non è, invece, quella che abbiamo scovato tra le pieghe dell’ultima Finanziaria regionale approvata la notte dell’1 maggio scorso. Ebbene, come se non bastassero Imu, crisi economica, mercato degli agrumi in ginocchio e tutto il resto, a quanto sembra aumenterà anche il costo dei servizi legati al Consorzio di bonifica. Gli associati (ovvero, gli agricoltori) si ritroveranno sulle spalle a dover pagare un complessivo 10% in più per le spese del personale. Fino a ieri il rapporto era 10 a 90: ovvero, il 10% a carico dei soci ed il 90 della Regione. L’obiettivo è diventato, invece, quello di arrivare entro il 2020 al ribaltamento delle percentuali: 90% a carico dei soci, 10% a carico della Regione. 
Un danno economico devastante alla luce di un costo del servizio irriguo tra i più alti della Sicilia e, per contro, di servizi che definire pessimi diventa un complimento. La pubblicazione della Finanziaria confermerà le cose e la sensazione è che la misura sia già colma. Ed anche da un bel pezzo.

1 Comments

  1. E inutile che ci lamentiamo, la regione ha deciso di far pagare agli utenti tutti i debiti fatti dai commissari straordinari.dobbiamo scendere in campo e gestire noi i consorzi ognuno nei propri territori e non come hanno programmato loro oriente e occidente. Il risultato è che il caldo comincia a farsi sentire e gli operai per fare le manutenzioni non sono stati assunti. Quando inizieremo ad irrigare i nostri agrumeti?

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