95047.it Tra San Marco e le Salinelle. Tra quello che era stato uno scavo clandestino e la scoperta di ciò che il sottosuolo paternese custodisce e preserva gelosamente. Reperti di epoca preistorica e greca: ma anche del tardo Medioevo.
Quella Collina storica che è stata abitativa e sepolcrale e che anche i volontari di SiciliAntica provano da anni a far conoscere alle generazioni più giovani. Un po’ come sta accadendo in questi giorni (e lo sarà anche per i prossimi mesi) al Museo archeologico.
“Abbiamo ricominciato le nostre attività in questo che è il nostro ventennale – spiega l’inossidabile Giuseppe Barbagianni -. Accogliamo i ragazzi delle scuole al Museo archeologico provando a coinvolgerli non soltanto osservando i reperti attraverso le vetrine bensì facendo anche un lavoro che vede i ragazzi dell’Ite “Gioacchino Russo” di Paternò impegnati nella pulitura dei reperti rinvenuti. Il tutto, sotto la supervisione della Sovrintendenza. Con i più piccoli, del Secondo e Terzo Circolo, stiamo sperimentando la simulazione di uno scavo archeologico ed è bello vedere come si rimanga coinvolti”.
“Oggi vi è la divulgazione scientifica dell’archeologia e si è passati dal concetto di conferenza o di museo da guardare a qualcosa di più interattivo: l’archeologia sperimentale, per l’appunto – ci dice il presidente Mimmo Chisari -. E, su questo, Paternò sembra essere all’avanguardia ed anche per quanto concerne altre realtà della Sicilia, il gruppo Sicilia Antica di Paternò resta un punto di riferimento. Non a caso una delle prime città in Sicilia dov’è stata abbinata archeologia e storia medievale è stata proprio la nostra città: basti ricordare lo scavo sulla Collina storica di fronte la chiesa di Santa Maria della valle di Josaphat”.