
A Catania sembrano essere davvero pochi i compro oro che rispettano la legge.
Il servizio delle “iene” ha ripreso con delle microcamere vari negozi.
Tra chi non fa le ricevute, chi non chiede il documento e chi effettua in contanti anche operazioni sopra i 500 euro, ognuno fa un po’ come gli pare
Il decreto “compro oro” del 2017 dovrebbe regolamentare un settore da tre milioni di euro l’anno. Ma a Catania la legge sembra essere rimasta solo sulla carta. “È una giungla”, dice Salvo, proprietario di un negozio. “È un settore pericoloso, spesso attraverso i compro oro passano i soldi che la mafia deve ripulire. Basterebbe applicare la legge”.
La legge dice che tutti i compro oro devono seguire tre regole: identificare il cliente, compilare una scheda con i dati dell’oggetto in questione ed effettuare solo con assegni o bonifici tutte le operazioni sopra i 500 euro. “Ma a Catania ognuno fa quello che vuole”, dice Salvo. Così siamo andati a verificare di persona. In molti dei negozi dove andiamo non ci chiedono la carta d’identità, in altri riusciamo a effettuare in contanti anche sopra i 500 euro.
Ismaele La Vardera è tornato da quei negozianti a chiedere spiegazioni. Tra chi “ha famiglia”, chi fa scena muta e chi non vuole chiamare la titolare, ognuno fa come gli pare.
Abbiamo avvertito la Questura di Catania, che dopo le nostre segnalazioni ha sanzionato sette locali.