95047.it Tre anni esatti oggi dalla scomparsa di Vincenzo. Inghiottito dall’omertà. E dal silenzio. Vincenzo Calcagno Giarrusso è scomparso il pomeriggio del capodanno di ormai tre anni fa. “Vado a prendere un caffè” aveva detto alla zia. Dopodichè dell’allora 22enne paternese non si è saputo più nulla. Un indizio? Un messaggio? Una prova che sia ancora vivo? Macchè. Niente di niente. Nessuno sa. E, quel che è peggio, nessuno chiede più di lui. Se non i suoi parenti. La sua famiglia. Che ancora si interroga sulla sorte spettata a Vincenzo. Dall’istante stesso in cui è scomparso il suo telefonino ha ripetuto sempre e forsennatamente quella voce che non ha lasciato scampo alla speranza: “Il cliente è irraggiungibile”. Perlopiù, il giovane paternese (che un mese fa avrebbe compiuto 26 anni) aveva bisogno di continue trasfusioni di sangue per via di quella talassemia che lo aveva segnato sin da piccolissimo. E, allora, dov’è finito Vincenzo? Che motivo avrebbe mai potuto avere per allontanarsi volontariamente? Che motivo avrebbe avuto qualcuno di fargli del male? Interrogativi che, ancora oggi a distanza di oltre due anni, rimangono senza risposta. La relazione contrastata con una ragazza più giovane e dall’amore con la quale era nato il piccolo Matteo, può essere la causa della sua scomparsa? Altra domanda che resta senza alcuna risposta.
Da quel maledetto 1 gennaio 2013 si sono susseguiti interrogatori, pattugliamenti serrati del territorio anche da parte di cittadini e associazioni di volontariato. Una fiaccolata nel giorno del suo compleanno. Ma, come detto, niente: un muro di gomma si erge ogni volta che si parla di Vincenzo.
Ufficialmente, le indagini dei carabinieri relative alla sua scomparsa non si sono mai chiuse. Ma, è chiaro, che troppo tempo è trascorso per sperare di potere battere la pista giusta e venire a capo di quello che è un vero e proprio rompicapo. Un rebus. “Chi sa parli”, esortano ancora oggi i familiari di Vincenzo. Già. Ma chi è che sa? E perché sta tacendo? Tutti interrogativi che continuano ad attingere di giallo una scomparsa apparentemente senza alcun “movente”.