Lo sfogo delle dipendenti Ipab e l’umiliazione del lavoro non pagato: “Ecco come trattano le nostre famiglie”

95047.it E con quello di novembre, siamo a 35 stipendi non pagati. Nessuno che si sia preso la briga di fare in modo che, almeno sotto Natale, una delle mensilità venga pagata. Una questione delicata. Delicatissima. Che non conosce scossoni. Anzi. Quella dell’Ipab di Paternò è una delle vicende più spietate e volgari (nella forma e nella sostanza) della storia della nostra città che va a fare il paio con la mastodontica questione del Qè. 35 mensilità in arretrato. Andare avanti vendendo i propri oggetti più preziosi e privandosi di tutto. L’unico modo per pagare bollette e compare il pane. E, nonostante tutto, non è ovviamente più bastato.

Dovrebbe quantomeno scoppiare una rivoluzione. E, invece, non succede niente. Forse noi paternesi siamo abituati a ben altro: l’importante è commentare qualsiasi notizia su Facebook o, in alternativa, farlo in poltrona del barbiere. L’alibi perfetto. Facciamo schifo? Bene, lasciateci sguazzare nei nostri porci comodi: del resto, anche noi abbiamo i nostri problemi. Facile, così. Troppo facile.
Quella dell’Ipab così come quella del Qè sembra essere divenuta una desolata melodia dalla quale chi non dovrebbe dormirci la notte, prende tempo e chi non vede soldi del proprio lavoro, la notte non dorme davvero.

“Ora basta. Diciamo basta perchè finora siamo stati presi solo in giro – spiegano le lavoratrici che abbiamo incontrato questa mattina -. Nell’ultimo incontro che abbiamo fatto in consiglio, non si è capito nulla. Niente di niente. Lanciamo un ultimatum a tutti i politici: vogliamo lo stipendio entro lunedì. Vogliamo chiarezza e garanzia. Noi siamo stanchi e vogliamo risposte concrete: è inutile che ci prendano in giro. Cosa si è fatto nell’ultimo consiglio? Assolutamente nulla: abbiamo ovuto risposte campate per aria. A noi è bastato solo vedere come hanno trattato le nostre sedici famiglie: abbiamo sentito cosa avevano da dire i consiglieri, il presidente, il sindaco, il commissario per non ottenere nulla. A noi non interessa che ci si tolga il gettone di presenza: a noi interessa che ci diano un aiuto concreto. Noi siamo veramente arrabbiati. Entrò lunedì – concludono – o otterremo risposte oppure daremo vita ad azioni eclatanti. Scusateci, ma la rabbia è davvero tanta. Adesso, basta”.

Resta tanta amarezza. E a noi resta in gola quel senso di impotenza che nessuna bustina di zucchero potrà mai addolcire. In nessun modo.

1 Comments

  1. Ma come non si sono interessati il sig.Nino Naso e il suo amico Anthony Barbagallo a risolvere la problematica.Vergogna ,speculare sulle disgrazie altrui per farsi la campagna elettorale.

I commenti sono chiusi.