La legge della raccomandazione e dei “ddumanneri”

95047.it Fottere il prossimo. Non trovo la necessità di utilizzare un linguaggio tecnico o, meglio, aulico per definire una pratica in uso dappertutto. Ma che dalle nostre parti diventa un autentico capolavoro. E’ la raccomandazione. Quella necessità morbosa di affidarsi al politicante di turno per potere aggirare il merito di chi avrebbe bisogno e diritto. Fottere il prossimo, appunto.
Del resto, da noi nemmeno la posta arriva puntuale: almenochè non sia una raccomandata.
Meno titoli e preparazione hai e più hai spudoratamente modo di spuntarla a danno degli altri. Certo, dipende tutto dal tuo sponsor politico. Dal tuo “patrozzo”. A Paternò la prassi è consolidata addirittura ancor più oggi che in passato: la crisi economica ha infatti creato altri mostri. Altri appecorinamenti per una miseria. Per le briciole. Ci sarebbe da scrivere un saggio.
La raccomandazione è appannaggio solo di chi ha agganci influenti. Sulla nostra violentata e dannata terra, più del 30% dei giovani trova impiego solo grazie alla raccomandazione: un numero che è più impressionante di quello che si creda.

Il potere di un politico si misura e si certifica dal buon esito della raccomandazione in relazione a quanto più il raccomandato è privo di titoli e gli altri concorrenti siano, ahiloro, invece preparati. Amanti, figli, nipoti e amici: la parola d’ordine è sistemare gli inetti. Soprattutto, nella pubblica amministrazione o, in alternativa, laddove la politica può dettare legge. Dalla spazzatura agli incarichi di consulenza passando per le “segnalazioni” alla ditta che ha vinto l’appalto e al posto preso nella sanità pubblica. Come vedete, il politicante raccomandatore agisce come don Vito Corleone ne “Il Padrino”: lo fa per amore. Mica per interessi personali. 
Ma non va data tutta la colpa ai politicanti. Buona parte della responsabilità di questo sistema inscalfibile a danno di tutti, è la schiena flessibile di chi cerca la raccomandazione. Ecco che ricompare il concetto di “appecorinamento”.

La raccomandazione è un sistema quotidiano che sguazza nella illegalità. Non sei in regola con qualche pagamento? Stai deturpando la città in cui vivi? Hai bisogno di portare avanti una pratica non proprio trasparente? Sei tu stesso un politico “localissimo” e devi accelerare una autorizzazione per il tuo locale anzichè fare il cane come lo fanno tutti i comuni mortali? No problem: “Ci penzu iù, ora parru ccu n’amicu”. Et voilà. Si aggiusta sempre tutto. C’è bisogno di una raccomandazione per tutto.

 Ovviamente, queste stesse persone, raccomandanti e raccomandati, in pubblica piazza sono contro “questo sistema che ha messo in ginocchio la nostra terra lasciandola alla fame e bla bla bla”. La filosofia dei buonisti sproloquiata dai carnefici.


Insomma, i cretini siamo noi. Noi, che abbiamo rinunciato a coniugare il motto. Quale? “Fottere il prossimo”. E, dunque, fottere noi stessi.

12 Comments

  1. L’articolo è centrato, complimenti ad Antony ma volevo ricordare che questo è un malcostume nazionale succede ovunque, basta pensare alla legge della buona scuola che và su questa linea, appena si saranno spenti i riflettori sui trasferimenti e giungerà la rassegnazione i presidi faranno diventare luminari gli appartenenti alle categorie indicate nell’articolo alla faccia di chi merita o ha i titoli dato che le capacità saranno valutati da loro

  2. Vi dico solo una cosa aveva ragione il padrino quando parlava dei politici ho dei!!!!!!!!(vi racconto una cosa dopo anni di lavoro e di tante cose belle il mio migliore amico lavorativo ecc.cosa fa mi denuncia di reati non mai fatto e con le sue bugie viene creduto dai magistrati vengo alla fine scagionato grazie dio. Dopo 3mesi mi arrestano di nuovo questa è Catania e mi ritrovo con una condanna mai vita…ho promesso alla mia famiglia che mi ucciderò non si può entrare in carcere così no no no. O cercato di parlare con il mondo ma nulla da fare nessun politico o nessuno tv mia contattato x dimostrare la mia innocenza o presto al pm. Di parla re e mia ascoltato ora siamo in attesa di dio..com 3 bambini e un bambino disabile sono con le mani leggati x un bugiardo con uno che estato arrestato x false monete favoreggiamento e ancora sarà quando cos’è.p er la legge non siamo nessuno mettiamolo in testa nelle strade sono rimasti solo le macchine blu.

  3. Parliamo invece degli inetti che lavorano al comune entrati con concorso pubblico, e non solo…. Tutti gli enti pubblici gestiti da incapaci e analfabeti…. La verità sta al centro…. Dove non batte il sole

  4. che bello..poco prima delle solite tappe elettive ..tutti pronti a sfornare perle di saggezza ..quasi quasi ..diventiamo il paese principale della legalità..che strano..a qualcuno il buonismo viene sempre improvvisamente..mha..che stranezza

  5. Collegandomi all’argomento AMA, poc’anzi tirato in ballo,
    i miei ricordi mi portano indietro di oltre 30 anni a ” strani concorsi” che qualche dubbio mi hanno lasciato.

    Da cio’ mi pongo un ulteriore quesito:
    quanta gente e’ inserita in “circolo” senza aver vinto regolare
    concorso ( il 70 -80 % ???)

    Sarebbe buona idea quella di chiedere a tutti:

    un Certificato di Trasparenza su come e quando hanno vinto il regolare concorso (?) che gli ha dato diritto al posto che occupano.

    è’ proporrei, altresi, per tutti i ns. Politici, locali e non, (consiglieri\Assessori\Sindaci) di dimostrare “piena trasparenza” sui loro (regolare concorso vinto)
    In caso contrario, Non presentabilita’ in liste elettorali.

    G.Gulisano

  6. Ma poi il bello é che una cosa di diritto passa per favore….che favore non é!W la nostra amministrazione!!!!e complimenti ad Anthony per l’articolo,sei un grande!

  7. Caro Anthony,
    Quando ero Direttore all’AMA, spesso venivo avvicinato da amici/conoscenti che mi chiedevano raccomandazioni per ‘putiri trasiri all’acquedotto’. Io, comunque realmente impotente, rispondevo con tono indisponente: “Prima devo fare entrare mio nipote”. La cosa sconvolgente è che invece di scandalizzarsi gli amici insistevano: “Si ma dopu t’aniputi non ti scuddari di me”. Quindi semu tutti abituati tutti ca funziona accussi, ovvero sembra che ci scandalizziamo ma questo sistema lo amiamo.

    1. Istantanea, anche questa, che ci dice molto di quello che siamo. E che siamo condannati ad essere

  8. Buongiorno da S. Calanni.

    Ecco questo e’ il modo di iniziare “bene” la settimana.

    Questi sono gli articoli che dobbiamo scrivere e che “tutti”
    ma propiro tutti dobbiamo e “devono” leggere” per 365 giorni l’anno.

    I miei complimenti per l’articolo e un “invito” a non mollare
    la presa e continuare, continuare senza tregua
    per tentare di demolire “il mostruoso” sistema messo impiedi da questi personaggi che da 70 anni……

    Grazie

    S. Calanni (calanni@vodafone.it)

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    « Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo… »

    (don Mariano Arena al capitano Bellodi –
    il Giorno della Civetta )
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    «tutto deve cambiare perché tutto resti come prima»

    (Il Gattopardo)
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